Un interrogatorio fiume durato cinque ore e che riprenderà domani mattina. In una saletta del carcere di Rebibbia, si è svolto il primo confronto tra il costruttore Luca Parnasi e i pm della Procura capitolina che hanno chiesto il suo arresto nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Un atto istruttorio voluto dallo stesso Parnasi e che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella maxinchiesta dei pm di piazzale Clodio.
Parnasi ha parlato, rispondendo a domande e contestazioni che, due settimane fa, lo avevano portato in carcere con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione. L’interrogatorio fiume è stato sollecitato proprio dall’indagato, patron del progetto stadio, che ha deciso di ammettere, come sia riuscito a superare gli ostacoli posti proprio dai Cinquestelle alla realizzazione dell’impianto sportivo della Roma.
Parnasi, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Barbara Zuin si rivedranno domani mattina a Rebibbia per proseguire il faccia a faccia che potrebbe rappresentare una svolta importante nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Il costruttore, assistito dagli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrino, avrebbe risposto in questa prima tranche di interrogatorio su quanto contestato nel capo di imputazione e, in particolare, sul suo ruolo nella società Eurnova. Il capitolo legato ai finanziamenti alla politica non sarebbe ancora stato affrontato in modo completo.