“A pensar male si sbaglia ma spesso ci si azzecca. E quel “si condizionato” che l’assessore all’ Urbanistica di Roma Capitale, Paolo Berdini, ha esplicitato, nel corso dell’audizione che abbiamo richiesto come componenti della Commissione regionale Ambiente, lavori pubblici, mobilità e urbanistica, sulla realizzazione dello Stadio della Roma, ha il suono macabro di un no. Siamo sconcertati di come chi oggi ha il compito di governare Roma ipotechi il suo futuro nascondendosi dietro una evidente paura di amministrare”.
“Lo stadio della Roma non è un capriccio. E’ un’opera fondamentale in termini di sviluppo e per la creazione di quelli che sono stati stimati in migliaia di nuovi posti di lavoro. E’ un’opera che può contribuire in modo concreto alla crescita del territorio e su cui l’iter autorizzativo è arrivato alla fase finale. E Berdini vorrebbe ridurlo alla stregua di un campetto di calcio degno al massimo di una serie pulcini. Nel corso dell’audizione l’assessore ha sostanzialmente detto no a tutto comprese opere complementari, necessarie e di pubblico interesse, quali la costruzione delle idrovore per lo smaltimento dell’acqua piovana, la realizzazione di un ponte, di parcheggi, il prolungamento della Metro B”.
“Il Comune di Roma rifiuta sostanzialmente di effettuare un investimento in opere pubbliche per un importo stimato di circa 220 milioni di euro a fronte di un investimento totale da parte dei privati di 1,7 miliardi, a beneficio di Roma dei suoi cittadini e della valorizzazione, anche tramite la creazione di un parco attrezzato poco più piccola di Villa Borghese, su un’area oggi abbandonata a se stessa, perché tali opere sarebbero inutili. Berdini giustifica il loro “ni” in nome della mancanza di pubblica utilità per questi interventi. Forse ritiene inutile decongestionare il traffico di Roma in quel quadrante? Forse ritiene inutile dare risposte ai cittadini? Sicuramente trova inutile creare nuovi posti di lavoro. Oggi il calcio non è solo divertimento. Ma è anche motore dell’economia”.
“Il progetto della Roma è il progetto di una grande impresa che potrà avere ricadute importantissime per l’economia del territorio, per l’indotto, per il turismo, per le attività commerciali. E’ un progetto non di qualcuno ma a favore di una crescita di cui beneficeranno tutti. E dire di no a quest’opera significa dire no ad un’impresa che ha coraggio di investire sul suo territorio”.
“Il Comune di Roma deve smetterla di fare l’equilibrista. Deve dire con chiarezza cosa intende fare e se intende procedere. E’ assurdo che l’unica grande opera in programma per Roma, dopo che la Raggi e la sua giunta hanno detto no alle Olimpiadi, rischi di essere cancellata a causa di una manifesta incompetenza a governare. Una buona amministrazione non si misura sui gran rifiuti ma sul coraggio di programmare, investire, controllare e garantire lo sviluppo ai cittadini che rappresenta. La Raggi e Berdini non sono in grado di farlo? Lasciassero perdere. Lo Stadio della Roma è l’ennesimo treno che se perso lascerà la città tra le macerie”.