Ma ancora oggi Fabio Serini resta alla guida dell’ente di previdenza dei dipendenti capitolini, all’indomani della mossa della Procura ha chiesto per lui il giudizio immediato: il dibattimento si aprirà il prossimo 5 marzo, saltando la fase dell’udienza preliminare. Serini era stato nominato commissario straordinario a giugno 2017, chiamato da Lanzalone per salvare l’istituto (che si occupa di prestiti e rimborsi delle spese sanitarie dei dipendenti capitolini) dal default economico, in virtù della sua esperienza a Livorno come ex commissario giudiziale nella procedura per il concordato preventivo dell’Aamps, l’azienda dei rifiuti della città toscana.
LA POLEMICA – L’opposizione, che già due mesi fa aveva chiesto di creare una commissione d’indagine sulla vicenda, va su tutte le furie, puntando il dito soprattutto sull’attività amministrativa del commissario: «Siamo garantisti sempre e comunque, e non come fanno i grillini a seconda di chi sia la persona inquisita, e sarà la magistratura a decidere sulla fondatezza dei gravissimi addebiti contestati agli imputati che rivelano uno scambio di favori che era in atto già da quando gli stessi prestavano la loro opera per il Comune di Livorno – scrivono in una nota Fabrizio Ghera, Andrea De Priamo e Francesco Figliomeni (Fratelli d’Italia) – ma è innegabile che il commissario Serini avrebbe dovuto essere già rimosso in precedenza per la gravissima gestione dell’Ipa, viste le continue lamentele segnalate dagli iscritti e le determinazioni dirigenziali con cui lo stesso si era notevolmente aumentato lo stipendio, per se stesso oltre che per il suo vice Piscitelli».
L’INTERROGAZIONE – Gli esponenti di Fdi chiedono che Virginia Raggi, nella seduta di oggi della commissione trasparenza dell’assemblea capitolina, «possa fornire tutte le risposte sul perché non abbia provveduto a rimuovere il Commissario e spiegare se il prossimo 5 marzo il Comune si costituirà parte civile nel processo». Critico anche il Pd, che sulla questione ha presentato un’interrogazione urgente, appaiando la situazione di Serini a quella di Lanzalone: «La sindaca Raggi, che li ha nominati, tace e non ha fatto alcun provvedimento di revoca per farli dimettere – si legge in una nota del gruppo consiliare dem – Ora provveda a rimuovere entrambi senza attendere indicazioni dalla ditta Di Maio-Casaleggio». Secondo i magistrati della Procura di Roma, «Lanzalone avrebbe spinto la sindaca Raggi a nominare Serini, con cui aveva già lavorato insieme a Livorno amministrata dal sindaco M5s Nogarin – sostiene il deputato Pd Michele Anzaldi – Questo filone di indagine scorre parallelo all’inchiesta sullo Stadio della Roma». Nel Movimento 5 stelle, però, «nessuno ha chiesto le dimissioni di Lanzalone – sottolinea Anzaldi – che come confessò in diretta radiofonica Luigi Di Maio fu premiato con la poltrona di presidente dopo i servigi alle amministrazioni M5s e allo stesso partito di Casaleggio, per cui ha scritto lo statuto».
LA RISPOSTA – Serini, dal canto suo, mostra serenità: «Rispetto le opinioni di tutti, ma sono tranquillo e non ho commenti da fare – sottolinea il commissario dell’Ipa – Sto continuando il mio lavoro, per raggiungere gli obiettivi prefissi nel mio mandato».