Prima il Politecnico di Torino, ora l’Autorità di controllo sui servizi del Campidoglio. Diversa formulazione, e anche diversa lunghezza del parere, stessa sostanzialmente conclusione: lo stadio della Roma, così come è stato a progettato nella zona di Tor di Valle, avrà un impatto devastante per la mobilità del quadrante. Mancano opere pubbliche, il famoso ponte di Traiano che decongestionerebbe l’area e anche gli interventi previsti su via del Mare e Roma-Lido sono insufficienti.
È il risultato dell’istruttoria, durata qualche mese, condotta dall’Authority capitolina, presieduta da Carlo Sgandurra, tecnico scelto dai grillini ma assolutamente indipendente (e che anzi finora ha dato più di un grattacapo alla giunta e all’amministrazione pentastellata). Un giudizio finale condensato in poche righe, un paio di paginette al massimo, che da mercoledì scorso è sul tavolo della sindaca Virginia Raggi.
LA BOCCIATURA – Quello che ne emerge è l’ennesima bocciatura del progetto stadio, operazione calcistico-immobiliare, che anche se ridotto nelle sue cubature dall’iniziale ecomostro continua a presentare criticità non risolte. L’Authority di Sgandurra, infatti, prima dell’estate, aveva già scritto a sindaca, assessori competenti e dipartimenti interessati, chiedendo lumi su alcuni punti-chiave: come erano stati calcolati i flussi del traffico? Era stata presa in considerazione solo la fascia oraria (e settimanale) delle partite di calcio o anche tutto il resto? Gli interventi previsti erano sufficienti, dal momento che proprio per il traffico che c’è nella zona, tra Roma-Fiumicino da una parte e via Ostiense/via del Mare d’altra già «dal 2001 si è pensato di progettare il Ponte dei Congressi» per collegare l’Eur?
I QUESITI SENZA RISPOSTA – Domande alle quali, lamenta l’Authority nel suo parere finale, «gli uffici hanno risposto in maniera evasiva, poco esaustiva oppure, in alcuni casi, non hanno risposto affatto». Tanto che l’ultima missiva non è più rivolta agli uffici ma direttamente e soltanto alla Raggi. In sintesi, il capo dell’Authority (la stessa che, a più riprese, ha bocciato il livello dei servizi erogati dal Campidoglio: trasporti, rifiuti, sociale) sostiene che le «perplessità già evidenziate» sul piano dei trasporti «permangono» e che tutti i quesiti già posti nella conferenza dei servizi «non sono stati superati». Anzi, nelle due pagine, richiamando anche allo scambio epistolare con le strutture del Comune si evidenziano proprio le «lacunose risposte, arrivate a volte soltanto dopo ripetuti solleciti».
La relazione è sul tavolo di Raggi, come del resto c’era il parere anche quello stroncatorio da parte del Politecnico di Torino. Ma, in questo caso, la valenza è anche diversa, visto che a parlare è un organismo (per quanto indipendente e sganciato dal potere politico) di Palazzo Senatorio: l’Authority, infatti, risponde sostanzialmente all’Assemblea Capitolina, che ne nomina i componenti. Ma, soprattutto, sono i passi successivi che potrebbero agitare ancora di più il Campidoglio e rappresentare un ulteriore scoglio per il progetto-stadio. Sgandurra, infatti, aveva già fatto sapere di essere pronto a girare tutta la sua istruttoria in Procura e alla Corte dei Conti. E adesso, dopo la conclusione dell’indagine, sta valutando il da farsi.