Un nuovo giallo sull’iter dello stadio della Roma. Il progetto «dimezzato» sarà inviato in Regione il prossimo 3 aprile, cioè a due giorni dalla chiusura ufficiale della Conferenza dei servizi e ben quattro giorni dopo il termine del 30 marzo fissato i primi del mese per la presentazione degli atti formali. Il plico conterrà i documenti richiesti da tutti gli enti seduti in nella Conferenza dei servizi per una discussione nel merito del nuovo piano di Tor di Valle: la delibera di giunta nella quale si danno i primi connotati delle opere pubbliche compensative relative al progetto tagliato della metà delle cubature di cemento, e l’odg con sei punti tra mobilità e sostenibilità approvato il 23 marzo che rappresenta il sostegno politico dell’Assemblea capitolina. E, in più, dovrebbe esserci anche un terzo documento, quello che ad oggi rappresenta un piccolo enigma. Perché dal Campidoglio filtra che, in Regione, i proponenti dell’opera, cioè la Roma e Luca Parnasi, porteranno in allegato al fascicolo anche la richiesta formale per chiudere con esito negativo l’attuale Conferenza dei servizi.
Dallo staff del Comune spiegano la cosa come un passaggio tecnico: chiudere l’attuale tavolo interistituzionale servirebbe a riaprirne un nuovo e più veloce, alleggerendo i tempi della burocrazia. Quindi a saltare la Conferenza preliminare, in teoria con un «guadagno» di qualche mese su un iter costretto, comunque, a ripartire daccapo. Ambienti vicini ai proponenti, però, smentiscono una soluzione così drastica e lasciano alla Regione il compito di decidere il destino della Conferenza. Anzi, riflettono su un termine, quello del 30 marzo, che il Campidoglio ha deciso di bypassare per completare la scrittura della delibera, cioè il documento chiave per esprimere un parere sulle nuove planimetrie. L’unica cosa certa, a questo punto, è la chiusura negativa dell’attuale Conferenza dei servizi. Sulla formula si sta ancora discutendo.