Questioni tecniche (la priorità delle opere pubbliche) e politiche (mollare dopo la debaçle elettorale o puntare dritto al primo mattone) pendono sullo stadio della Roma: ieri Raggi è andata all’attacco su Tor di Valle. «Basta chiacchiere, domani (oggi, ndr) è in programma un tavolo tecnico sullo stadio tra il Campidoglio e il club. Il mio unico interesse è che la Roma mantenga gli impegni presi con la città: prima le opere pubbliche per i cittadini, poi lo stadio».
Il nodo da sciogliere è tecnico: la Roma si è impegnata a unificare via del Mare con via Ostiense rilevando i capannoni che stanno nello spicchio di terra compresa, e a potenziare la Roma-Lido (la stazione Tor di Valle, soprattutto). Solo dopo il club potrà dedicarsi al nuovo impianto.
Ma sul piano c’è l’incognita della ferrovia che unisce Roma al suo mare, linea strategica per il progetto stadio: un paio di mesi fa la Ragione ha approvato in giunta lo stanziamento di 180 milioni per rifare il look alla linea più malconcia d’Italia e comprare nuovi convogli, ma il dossier non è stato ancora vidimato dal Mit che mantiene l’ultima parola. (…)
A ciò si deve la nuova tattica della sindaca: fine della strategia silenziosa per l’inizio di una partita da giocare a carte scoperte. E se la Roma non accetterà la sfida, sarà solo colpa sua. Tanto, nel caso, l’addio sarebbe senza troppi rim- pianti visto che, sullo stadio, la base M5S da mesi ormai cerca di spingere Raggi e il Campidoglio verso il no.
FONTE: Il Corriere della Sera