Una visita di cortesia. Come raccontato ieri da Repubblica, l’altro giorno la Roma si è imbarcata in un sopralluogo per ascoltare le proposte del sindaco di Fiumicino, il dem Esterino Montino. Un po’ per non mancare di rispetto a chi si è fatto avanti armato di buona volontà a fronte dei ritardi accumulati dal Campidoglio, anche a causa delle inchieste giudiziarie, sull’iter del nuovo stadio giallorosso. Un po’ per rendersi conto di cosa ci sia Oltretevere, al di fuori di Tor di Valle. Un modo, insomma, per tenersi sempre aggiornati sulle possibili alternative nella capitale e dintorni.
All’Eur, però, nei nuovi uffici dei giallorossi, la convinzione è che non serviranno piani B. Per chiudere la convenzione urbanistica con gli uffici del Campidoglio mancano due, al massimo altri tre incontri. E le sensazioni sono «positive». Se non ci saranno intoppi, il patto tra il club e il Comune verrà finalmente tradotto in una delibera da votare in aula Giulio Cesare prima della pausa estiva. Un atto su cui la maggioranza grillina dovrà dimostrare di essere davvero compatta. La questione politica, in fondo, è sempre la stessa. I 5S erano partiti con l’idea di non realizzare nuovi impianti sportivi a Roma. Figurarsi uno stadio tanto importante come quello dei giallorossi.
Ora, invece, si trovano per le mani un progetto che in passato avrebbero contestato punto per punto. Ecco, più di un consigliere è rimasto su quella linea e potrebbe decidere di non farsi vedere in aula Giulio Cesare il giorno del voto. L’exit strategy, considerando che il Pd ha già ribadito la sua contrarietà all’opera dopo il taglio delle cubature e delle opere pubbliche, sarebbe il voto in seconda convocazione. A quel punto, seppur nell’imbarazzo generale, i pentastellati riuscirebbero a portare a casa il via libera senza il bisogno della maggioranza al gran completo.
Il calendario della Roma, al netto del trambusto causato dalle ultime questioni sportive e dalle voci che vorrebbero forte l’interesse di un fondo del Qatar per il club del presidente James Pallotta, è già fissato. Come detto, rimangono tre riunioni. Gli ultimi tre faccia a faccia con i dirigenti capitolini per trovare la stretta di mano e buttare giù il documento che prescrive puntualmente gli obblighi che i privati dovranno rispettare per costruire stadio e uffici a Tor di Valle. Per quei terreni il patron statunitense dei giallorossi verserà presto una prima tranche da 7 milioni di euro alla Eurnova di Luca Parnasi.
Il resto, quasi altri 100, arriveranno dopo l’accordo con il Comune. Un’intesa che fino a questo momento non si è trovata per una netta divergenza di vedute sulla tempistica degli interventi pubblici finanziati dai proponenti: la Roma, logorata da un iter infinito, sa di poter realizzare lo stadio in tempi più brevi di quelli che il Comune impiegherà per mettere a bando la realizzazione delle nuove strade a servizio dell’impianto e l’acquisto dei treni per la Roma-Lido.
FONTE: La Repubblica – L. D’Albergo