Dirottare i fondi pubblici destinati al Ponte dei Congressi sul cosiddetto “ponte di Traiano”, il collegamento sul Tevere che sarebbe utile solo al nuovo stadio della Roma e all’«Ecomostro» di negozi, alberghi e uffici privati che ci nascerebbe tutt’intorno. Un assist ai privati che sognano l’affare Tor di Valle, col rischio che salti definitivamente un’opera, il Ponte dei Congressi, che prometteva di alleggerire il traffico in una delle zone più congestionate di Roma. È questo il piano segreto della giunta M5S per salvare l’operazione calcistico-immobiliare da una nuova bocciatura nella seconda conferenza dei servizi. L’idea, per ora top secret, è stata discussa in alcune riunioni tra i tecnici del Campidoglio e i funzionari del governo.
«DUE FUNZIONI DIVERSE» – La prima conferenza si è chiusa nell’aprile scorso con un esito negativo. Decisivo per la bocciatura è stato il parere rilasciato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha messo in fila tutte le criticità del piano, sottolineando i limiti infrastrutturali e la mancanza di collegamenti, su ferro e gomma, di cui in teoria dovrebbero farsi carico i privati. I tecnici del dicastero avevano evidenziato la necessità di realizzare sia il ponte dei Congressi sia il ponte di Traiano che, «con il connesso svincolo» sull’autostrada Roma-Fiumicino, «costituisce la principale via d’accesso allo stadio e non può considerarsi in alcun modo alternativo al ponte dei Congressi, poiché i due ponti di attraversamento del Tevere svolgono funzioni completamente diverse nell’ambito della rete infrastrutturale stradale». Il rischio, quindi, è che senza uno dei due ponti la circolazione nella zona vada in tilt.
INVERSIONE A U – Un parere che ha sconfessato la linea professata fino a quel momento dalla giunta Raggi, che dopo il taglio delle cubature aveva rinunciato al Ponte di Traiano (a pagarlo avrebbero dovuto essere i privati), puntando solo sul Ponte dei Congressi, finanziato invece con i fondi pubblici del Cipe. L’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori ragionava così: «Il ponte dei Congressi è la soluzione migliore, con il potenziamento della Roma-Lido e gli interventi su via del Mare e via Ostiense, il quadrante di Tor di Valle sarebbe a posto per la mobilità». E ancora: «La giunta non è favorevole al ponte di Traiano. Servirebbe solo per lo stadio e per portare in auto al business park chi atterra a Fiumicino». Ecco perché prometteva: «Andiamo avanti sulla nostra linea. Non si torna indietro». Invece ora, se l’ipotesi discussa nelle riunioni riservate prendesse corpo, si assisterebbe a una clamorosa inversione a U da parte dei grillini. I quali vorrebbero che i soldi del governo finanziassero un’opera, il Ponte di Traiano, che nel vecchio progetto sarebbe stata pagata dai proponenti e che era stata giudicata dallo stesso assessore «utile» solo allo stadio e al “Business park” privato, che viola i limiti del Piano regolatore. A scapito del Ponte dei Congressi, il cui finanziamento finirebbe in stand-by, e a scapito soprattutto della viabilità del quadrante Sud di Roma.