“Pallotta spia” e “Pallotta Usa e getta”. I due striscioni, attaccati nella notte di venerdì alla stazione Tor di Valle dagli ultras della Roma, aprono una frattura profonda tra parte della tifoseria e il presidente giallorosso. Non casuale la scelta del luogo dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio per il quale si sta battendo la proprietà americana. Molte le scritte apparse poi sui muri della città: “Devi stare dalla parte della gente, non dell’agente”, una delle tante, più vari insulti al numero uno di Boston. Agli esponenti della curva Sud non sono andate giù le dichiarazioni rilasciate da Pallotta a Londra, sulla sicurezza negli stadi. “Sapete com’è un derby tra Roma e Lazio? Nel nord Italia non litigano molto, al Sud i problemi di sicurezza sono davvero significativi”, la sintesi di uno dei passaggi incriminati, che ha fatto precipitare un rapporto mai decollato.
La frattura con i tifosi più caldi si era aperta dopo la definizione “Fucking Idiots”, rivolta da Pallotta a chi aveva esposto lo striscione in curva nei confronti della mamma di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ucciso nel maggio del 2014. La rottura tra presidente e ultras crea un terremoto in casa Roma nel momento più difficile della stagione, tra crisi di risultati, caso Nainggolan e mercato complicato. La squadra tornerà a lavorare domani a Trigoria, dopo una settimana di ferie, per preparare la sfida con l’Inter, appesantita da una protesta, che porta i “Roma” (gruppo della Sud), a scrivere in un comunicato “Lo stadio nuovo non lo vogliamo! Tanto se ne parla da Dino Viola… un presidente così non lo vogliamo! Se ci deve usare e insultare. Tanto noi rappresenteremo sempre la Roma e i suoi tifosi. Di James ne passano tanti, la Curva Sud resta. Orgogliosamente fottuti idioti”.