Il centrocampista olandese ha regalato un aneddoto sulla sua maglia numero 6: “Nel giorno della partita facciamo colazione e poi andiamo in palestra. Facciamo un gioco stile volley e alcuni esercizi per preparare e risvegliare i muscoli. Poi c’è il pranzo, la riunione di squadra prima di partire per lo stadio. In campionato siamo dietro la prima, ma stiamo facendo tutto quel che possiamo per vincere qualcosa. È difficile dire cosa si proverebbe in caso di vittoria, è una cosa che viene da sé, la cosa più importante è semplicemente la vittoria. Ogni partita è importante, ma alcune sono speciali rispetto alle altre. Il derby o le sfide contro le squadre più importanti, sono gare diverse. Durante il riscaldamento vedi i tifosi allo stadio e capisci quanto sia importante il match. Puoi sentire la tensione, ma quando la partita inizia, e penso che sia lo stesso pensiero per tutti, la tensione scompare. Siamo un gruppo esperto, nessuno di noi affronta la Serie A per la prima volta. Sappiamo tutti come portare a termine un match. Il numero che indosso, il 6, apparteneva ad Aldair. Il suo è un nome ancora grande a Roma. Infatti avevano ritirato la sua maglietta. Ha dovuto darmi il permesso per giocare con il 6 sulle spalle. È speciale. Porto la sua eredità sul campo con me, devo indossarla con orgoglio e provare a rendere gli altri orgogliosi”.