Doveva essere la prova di maturità «europea» per la Roma di Spalletti. E cosi è stato: la risposta è questo quattro a zero nettissimo nella gara d’andata dei sedicesimi di Europa League, rifilato a una squadra compatta e coriacea come il Villarreal di Escribà, rimasto in partita fino a un certo punto. Ora la qualificazione agli ottavi (il ritorno all’Olimpico giovedì prossimo) è davvero a un passo, scontata se non stessimo parlando della Roma: una squadra con la quale non puoi mai dare nulla per certo.
Di sicuro c’è la vittoria di Spalletti, che ha vinto la sua partita nella partita: tripletta di Dzeko (ora capocannoniere anche di Europa League e che porta via il pallone tutto felice con tanto di dedica alla figlia) un giocatore che in molti volevano lontano da Roma dopo l’avvio stentato e che il tecnico ha continuato a stimare. Poi Emerson Palmieri, il suo pupillo divenuto di fatto un titolare assoluto, ancora una volta tra i migliori e che spalanca la strada alla Roma con un gol pazzesco e tanta qualità sulla fascia. Il Villarreal (che finora aveva eliminato in Europa tutte le sei italiane affrontate) ne esce clamorosamente ridimensionato: merito della Roma.
Una sola novità nella Roma scelta da Spalletti con El Shaarawy che manda in panchina sia Salah che Perotti, vincendo il ballottaggio di fatto a tre perché Emerson Palmieri, per il tecnico toscano, non si tocca. E fa bene, visto che il giovane brasiliano la vera spina nel fianco della retroguardia del Villarreal. Sfonda sempre dalla sua parte, mette in mezzo tante pale interessanti e sblocca la gara poco dopo la mezz’ora sfornando un colpo da fuoriclasse che ammutolisce lo Stadio de la Ceramica: diagonale imprendibile per Asenjo e Roma avanti. Ma la partita resta aperta, il Villarreal copre bene tutti gli spazi e quando avanza palla al piede fa impressione: uno massimo due tocchi e la Roma va più volte in apnea. La squadra di casa spaventa soprattutto nelle ripartenze e fa del possesso palla una delle sue armi migliori: come spesso accade con le squadre spagnole che hanno qualità, se gli lasci la palla tra i piedi rischi di non vederla più. Per questo Spalletti si sbraccia in panchina e chiede ai suoi di restare alti e tagliare sempre sul portatore di palla. Il Villarreal riparte fortissimo dopo l’intervallo e la Roma fatica non poco. Alisson (comunque sempre attento, un po’ meno piacevole quando tocca la palla coi piedi) fa prima un miracolo su deviazione ravvicinata, poi almeno altri quattro interventi nell’arco dei primi quindici minuti.
La squadra di Spalletti stringe i denti e tiene botta e aspetta il calo inevitabile degli avversari. La cosa coincide con l’ingresso di Salah per un El Shaarawy quasi esaurito e l’effetto si vede: subito. Prima azione vera della Roma che riparte veloce proprio dalla parte dell’egiziano che la mette dentro per Dzeko: movimento da attaccante vero del bosniaco e Roma sul 2-0. Azione da manuale partita dai piedi di Peres fin qui piuttosto opaco. Finita? Macché, il meglio deve ancora venire, perché la squadra di Spalletti prende confidenza e negli spazi che si allargano col passare dei minuti va a nozze. Ora è il Villarreal alle corde e inevitabile arriva il terzo gol giallorosso: e anche questo porta la firma di Dzeko. Grandissimo controllo col corpo della palla che Juan Jesus gli fa arrivare e botta a rete per il 3-0. Pazzesco. A cinque minuti dalla fine la ciliegina sulla torta che mette in cassaforte il passaggio del turno. E sempre e ancora Dzeko ad andare a chiudere un triangolo con Nainggolan: 4-0 e tripletta del bosniaco che diventa capocannoniere anche di Europa League. Ora tra una settimana all’Olimpico, la strada per andare agli ottavi e tutta in discesa: ma… attenzione a evitare clamorosi scivoloni.