La Corte dei Conti indaga sulla grande incognita del nuovo stadio di Tor Di Valle. Fra compensazioni e opere per la mobilità, cubature ed espropri, è possibile che il progetto si risolva in un colossale spreco di risorse pubbliche? Se lo chiedono sia i grillini che i radicali italiani che hanno inviato esposti alla magistratura contabile ma anche a quella penale. A partire dalle loro denunce il procuratore regionale Andrea Lupi ha aperto un fascicolo che, per cominciare, contiene la delibera 32 del 14 giugno scorso, vale a dire quella che dà il via libera al piano. Per capire meglio i contorni della questione – e visto che la Corte dei Conti è chiamata a fornire un parere su un danno eventuale e non ancora compiuto – è probabile che i magistrati contabili chiedano una relazione al segretariato generale capitolino.
Che tipo di oneri comporterà lo stadio per l’amministrazione pubblica? Sia l’esposto di Riccardo Magi (Radicali italiani) che l’altro dei grillini dissidenti puntano il dito contro le spese. Nel primo caso si censura l’ «eccessivo valore» attribuito alle cubature a fronte di una «mancata massima valorizzazione delle infrastrutture». Nel negoziato con i costruttori, cioè, si sarebbe sovrastimato il valore di quelle cubature rispetto alle dotazioni infrastrutturali, il tutto a favore dei privati. La conclusione è nell’epilogo: «Con questa delibera, in definitiva, il comune si va a caricare di obblighi di ogni tipo e di entità tale da poter mettere a rischio i futuri bilanci comunali». C’è poi un’ulteriore incognita che potrebbe far riflettere i magistrati contabili. Nei giorni scorsi, dopo l’approvazione della delibera 32 da parte della giunta Raggi, è arrivato un «no» all’opera da parte del ministero delle Infrastrutture. Un parere negativo che costringerebbe il Comune ad apportare alcune modifiche, riaprendo la partita anche dal punto di vista finanziario.