Totti torna in campo: venerdì giocherà a Tbilisi davanti a non meno di 40 mila persone. Non è uno scherzo, ma nemmeno il sogno di inguaribili nostalgici. Il neodirigente della Roma, che ieri ha confermato l’adesione, è la stella della partita tra i veterani di Italia e Resto del mondo, organizzata dall’ex difensore del Milan e della Georgia Kakha Kaladze, candidato sindaco della capitale. La lista degli invitati è di lusso: Maldini, Boban, Puyol, Shevchenko, Zanetti, Rivaldo, Albertini, Abbiati, Oddo, Costacurta, Dino Baggio, Crespo, Toni, una carrellata di ex compagni di Kaladze. Il fine è nobile: la raccolta di fondi per la ricostruzione della foresta di Borjomi, paradiso naturale della Georgia, parzialmente distrutto da un incendio estivo.
Non sarà solo l’occasione per una rimpatriata ambientalista. L’organizzatore è un politico in carriera e il successo dell’evento può essere decisivo: il calcio sposta voti, tanto che la Lega portoghese ha rinviato Sporting-Porto perché non si sovrapponesse alle elezioni di domenica. Non a caso anche Berlusconi, 81 anni proprio venerdì, figura tra gli invitati. Il suo è il più famoso esempio di calcio e politica come vasi comunicanti in ambito elettorale. I suoi antichi stipendiati ne hanno fatto tesoro, se il Pallone d’oro George Weah, attuale senatore in Liberia, il 10 ottobre tenterà per la seconda volta di essere rieletto presidente della repubblica, dopo il ballottaggio perso nel 2005 contro Ellen Sirleaf-John- son, economista e premio Nobel 2011 per la pace. Il voto è turbolento: si indaga sull’organizzazione di un presunto attentato contro Weah, che tiene comizi promettendo l’istruzione gratuita: «Scendo in campo per liberarvi dalla schiavitù dei vostri problemi».
La metafora della discesa in campo – classico berlusconiano eseguito alla lettera dall’imprenditore argentino di origini calabresi Mauricio Macrì, ex presidente del Boca Juniors e da due anni presidente della repubblica – vanta numerose applicazioni: l’hanno sperimentata in Brasile il senatore Romario, i deputati statali Bebeto e Roberto Dinamite, il ministro dello sport Pelé, e poi il senatore polacco Lato, l’omologo belga Wilmots, il messicano Blanco sindaco di Cuernavaca e l’ex interista Hakan Sukur, esiliato inviso al presidente turco Erdogan.
Kaladze, per diventare sindaco di Tbilisi, si è dimesso da ministro dell’energia. Ieri ha presentato il programma sanitario e sociale, con alloggi e mense per i poveri. Venerdì spera di poter sfoggiare il ritorno in campo di Totti, sia pure una tantum.