La nona volta in campionato – la quindicesima in carriera – fa più rumore delle altre, perché arriva in epoca Var e perché cambia una partita che la Roma vinceva senza troppi patemi. Eppure dietro l’espulsione genovese di De Rossi, e la conseguente valanga di rabbia- social espressa dai tifosi giallorossi – quelli presenti a Marassi nel settore ospiti non lo hanno invece neanche fischiato – si nasconde la consapevolezza di un ragazzo che viene fortemente difeso da allenatore, compagni e società. Il giorno dopo la tempesta, il primo ad allargare il suo mantello protettivo è Francesco Totti. “ Tutti hanno diritto di sbagliare – le parole dell’ex numero dieci affidate a Twitter, Facebook e Instagram, le piattaforme web in breve diventate terreno d’insulti per il centrocampista – Daniele ha sbagliato ed è il primo a saperlo. Ma nessuno può mettere in discussione quello che ha fatto e quello che farà per la Roma: è il nostro capitano. Ora al lavoro, tutti insieme, per ripartire subito”. A chiusura del pensiero, una foto di loro due insieme, il giorno dello straziante addio al calcio di Totti. Un intervento ufficiale, da dirigente giallorosso, quello più forte, e da amico che sa come si sta dall’altra parte, quando in campo non si è riusciti ad onorare la fascia portata al braccio con un comportamento consono. Francesco, appoggiato da tutta la società, ha preso le difese di De Rossi come poi ha fatto anche Nainggolan al Galà del Calcio – consegnandogli con ancora più forza i gradi di capitano.
Gradi che Di Francesco non sembra intenzionato a levargli, potendo bastare la multa interna ( maggiorata proprio perché capitano) che il giocatore verserà nelle casse interne, tenute segretissime perché “ Roba di spogliatoio”. Unica cosa certa è che solitamente a fine stagione buona parte del ricavato di tutte le intemperanze disciplinari, dalla minima come può essere arrivare tardi a una seduta, a quella più grave di un rosso diretto, vengono devolute in beneficenza. Daniele, che dovrebbe subire almeno due giornate di squalifica, ha subito chiesto scusa a «allenatore, compagni e tifosi» per lo schiaffo a Lapadula, infilando la quindicesima espulsione della sua carriera (la nona in campionato su 429 partite). La prima risale all’ottobre del 2004, in Champions contro il Bayern Leverkusen, mentre l’ultima è poco più di un anno fa, in quel caso nei preliminari di Champions: agosto 2016, minuto numero 40, Daniele entra duramente su Maxi Pereira del Porto, rimediando il rosso diretto. In quell’occasione Spalletti la fascia dal braccio gliela levò per qualche partita, dopo averglielo annunciato. Di Francesco ha ieri avuto un confronto con il ragazzo, descritto come molto amareggiato per l’episodio. A Trigoria si minimizza l’accaduto, chiedendo un po’ a tutti di ripartire in fretta, pensando subito alla gara di venerdì contro la Spal. Il pareggio di Genova e i due punti persi contro un avversario alla portata, sono un passo falso che rischia di pesare molto nel conteggio stagionale, ma la Roma ha adesso due partite che non può sbagliare: campionato con la Spal, come detto, e Qarabag, tra una settimana, sempre in casa, da battere per raggiungere gli ottavi di Champions. Sfida europea in cui De Rossi sarà presente. Non sta bene Defrel, che a Genova ha subito un brutto trauma diretto alla rotula del ginocchio sinistro. L’attaccante ieri ha svolto gli esami strumentali e adesso comincerà il percorso riabilitativo.