Ha scelto i social, un breve post sul suo profilo Facebook, pubblicato all’ora di pranzo e che solo due ore dopo aveva collezionato già 82.000 like. Poche parole, per fare il punto della situazione, dopo l’annuncio di una decisione che doveva essere sua: «Roma-Genoa, domenica 28 maggio 2017, l’ultima volta in cui potrò indossare la maglia della Roma… È impossibile esprimere in poche parole tutto quello che questi colori hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno per me. Sempre. Sento solo che il mio amore per il calcio non passa: è una passione, la mia passione. È talmente profonda che non posso pensare di smettere di alimentarla. Mai. Da lunedì sono pronto a ripartire. Sono pronto per una nuova sfida». Parole che hanno dato vita a mille interpretazioni, suggestive ipotesi di nuove esperienze da calciatore in località esotiche. Parole non concordate con la società, che ha appreso il pensiero di Francesco poco prima della pubblicazione del post.
CHIARIMENTI – Francesco si appresta a vivere il giorno più triste della sua carriera, quello dell’addio. Un giorno che avrebbe voluto non arrivasse mai, quasi che la sua classe riuscisse a fermare il tempo e a renderlo eterno. Un giorno che avrebbe voluto procrastinare fino all’ultimo, del quale fatica a parlare. Il cuore in tumulto, la testa attraversata da mille pensieri. Ha bisogno di capire, di avere risposte chiare. Deve decidere cosa sarà della sua vita da lunedì, da quando toglierà gli scarpini, che resteranno ben custoditi nel suo armadio, non più in quello di Trigoria che per venticinque anni era stato il suo e che svuoterà con gli occhi lucidi. Totti è stato volutamente criptico. Sa che domenica finisce una fase della sua vita e se ne apre un’altra, qualsiasi cosa decida di fare. E una decisione definitiva non l’ha ancora presa, almeno non ufficialmente. Aspetta di capire. Domenica arriva Pallotta e si fermerà a Roma fino a mercoledì. Questa volta con il presidente spera di riuscire a parlare per definire il suo ruolo da dirigente. Fino a quel momento vuole lasciarsi aperta ogni porta. Non vive bene questa situazione, che si aspettava ma che gli è stata imposta, quasi sbattuta in faccia. E va bene che Monchi lo abbia fatto con sensibilità e riguardo e in questi giorni si stia spendendo molto per aiutare Totti a passare dall’altra parte della barricata, ma il passaggio sarà comunque traumatico. Mentre il direttore sportivo si aspetta una risposta in tempi brevi, Francesco vuole prendersi altro tempo, capire compiti e mansioni del ruolo di dirigente. Che immagina a contatto diretto con la squadra, per vivere l’ambiente nel quale è abituato a trovarsi a suo agio da 25 anni.
DIRIGENTE – Da lunedì sarà finito tutto. Dovrà voltare pagina in ogni caso. L’idea di continuare a giocare per un altro anno è suggestiva (sabato a Verona scherzava con i bordocampisti: “venitemi a trovare in un posto caldo”), ma piena di controindicazioni. In questo momento non ha nessuna soluzione praticabile. Qualcosa potrebbe muoversi, però. Un agente internazionale potrebbe recapitare a Totti la prossima settimana un’offerta proveniente dal Qatar, per un contratto da tre milioni. A queste cifre Francesco non si muoverebbe, ma se gli sceicchi dovessero far lievitare l’offerta… Anche a Dubai si sta muovendo qualcosa. Il nodo – e anche il principale dei suoi pensieri – è il ruolo da dirigente. Finora gli sono stati fatti tanti discorsi (percorsi di crescita, capo scouting, direttore dell’area tecnica), ma dovrà essere messo tutto a punto. Al novanta per cento resterà a fare il dirigente, dopo aver chiarito il ruolo. Sono in ballo quasi quattro milioni, i soldi che prenderà per il contratto di sei anni da dirigente, equiparato economicamente all’ingaggio del dirigente più in alto in carica al momento della firma di quel contratto, all’incirca 700.000 euro. Totti non vuole chiudersi nessuna porta, perché se arrivasse un’offerta per un altro anno da calciatore a cifre molto superiori potrebbe ripensarci. Ma mai in Italia, dove ha ricevuto molto offerte (Milan, Bologna, Chievo e Sampdoria, si sono messe in fila, Ferrero lo ha chiamato diverse volte) e mai neppure in Cina, dove si gioca ancora un calcio di seconda fascia. Francesco Totti a quasi 41 anni può ancora competere ai massimi livelli.