Francesco Totti liquida definitivamente Spalletti. Il Capitano emerito della Roma a fine dicembre a Dubai ha rilasciato un’intervista a Sky che andrà in onda oggi per i Signori del Calcio. L’attuale dirigente della Roma ha archiviato la pratica con il suo ex allenatore, che lo ha portato a chiudere con il calcio: «Con Spalletti non c’è mai stato un confronto e mai ci sarà. Avrei preferito chiudere in altro modo. Fossi stato in lui avrei gestito il calciatore, e soprattutto la persona, in maniera diversa: mi sarei confrontato con lui, gli avrei parlato. Comunque sono riuscito a fare questo passaggio da calciatore a dirigente della Roma, e l’ho fatto con lo spirito giusto: con l’armonia, con l’intelligenza di una persona grande. Sono cresciuto sul campo e sul campo morirò». Nelle due occasioni in cui Roma e Inter si sono affrontate quest’anno i due non si sono mai incrociati.
SOLO LA ROMA – Totti è tornato a parlare della possibilità avuta di lasciare la Roma da calciatore: «L’offerta più concreta è stata quella del Real Madrid, nel 2003/04. Ho fatto una scelta ben precisa: precludermi la possibilità di vincere tanto per rimanere con un’unica maglia, che per me è stata la cosa più importante. E alla fine ho avuto tutto: amore e passione per me sono stati più importanti che vincere trofei altrove. Per la Roma ho dato il 101 per cento, perché ho messo la maglia giallorossa davanti a tutto, davanti a me, alle cose personali, alla vita privata. La Roma è stata tutto». Gli è mancato il Pallone d’Oro («E’ una delle cose che mi è mancata personalmente di più»). Da dirigente oggi prova a vedere il calcio da un’altra prospettiva: «Non penso che esista un altro Totti e che nel caso possa rimanere a lungo in giallorosso. Oggi conta il business. È diffcile che un giovane della Roma crescendo rimanga e possa fare le stesse cose che abbiamo fatto io o Daniele De Rossi».
DUECENTO MILIONI – Totti vorrebbe grandi campioni nella Roma del futuro: «In questo mercato pazzo io oggi costerei 200 milioni. Se dipendesse da me spenderei qualsiasi cifra al mondo per comprare i giocatori più forti, anche perché per vincere servono i fuoriclasse. Però poi non sono io a gestire i soldi. Il presidente metterà a disposizione un budget e in base a quel budget dovrà essere bravo a costruire una squadra».