Il capitano giallorosso, sul palco del Festival, afferma che la sua canzone preferita “è quella di Povia: ‘Il piccione’…”, una risposta che suona come un riferimento al soprannome ironico che i tifosi della Roma danno all’aquila, simbolo della Lazio. Il risultato? Il piccione, a meno di un mese dal derby, diventa un “caso”
Olympia, i piccioni, i gabbiani e Sanremo: storia di derby, volatili e canzoni, con un unico denominatore, Francesco Totti. Ieri sera, sul palco del Festival, il capitano della Roma stravolge la scaletta: quando gli chiedono la sua canzone preferita, invece di rispondere, come da copione, “Si può dare di più”, Totti dice: “Povia, quella del piccione”. In realtà la canzone si chiama “Vorrei avere il becco”, ma il senso è chiaro. Così come è chiaro che la battuta di Totti, a meno di un mese dal primo dei due derby di Coppa Italia (semifinale d’andata il primo marzo, ritorno il 5 aprile) riapre subito lo sfottò tra Roma e Lazio. E poco importa, almeno per i tifosi, che Francesco in realtà non volesse prendere in giro la Lazio: la canzone di Povia ha vinto l’anno in cui sua moglie conduceva Sanremo, nel 2006, e il primogenito Cristian aveva solo tre mesi, e quindi gli ricorda semplicemente un momento particolare della sua vita. Versione confermata anche da Maria de Filippi oggi in conferenza stampa: “Totti ci tiene a far sapere perché ha deciso di parlare di Povia: non è contro la Lazio ma perché Povia vinse nell’anno in sul palco c’era Ilary Blasi”. Per la cronaca, la “performance” del capitano sul palco dell’Ariston mentre presenta Nesli e Paba ha fatto segnare il picco di ascolto con 14,3 milioni di spettatori.
LA STORIA — Totti, comunque, non è nuovo a battute che dividono i tifosi. Il 13 ottobre 2011, durante una conferenza a Trigoria, a una domanda su Olympia, l’aquila simbolo della Lazio, rispose: “Andasse al mare a farsi un giro, tanto aquile, gabbiani… So’ tutti uguali”. Apriti cielo: laziali inferociti, romanisti divertiti, così tanto che da quel momento, prima dei derby, parte spesso e volentieri il coro: “Il piccione dove sta?”, riferito proprio alla mascotte biancoceleste. Non solo: durante la sua prima visita a Sanremo, nel 2006, Totti, infortunato, era reduce con la Roma di Spalletti dal derby che aveva regalato alla squadra le 11 vittorie di fila in campionato e intonò (per modo di dire…) un coro, quello del “popopopopo”, che divenne poi simbolo della vittoria del Mondiale 2006, ma che qualche mese prima era solo il simbolo della presa in giro romanista.
LE REAZIONI — Passano gli anni, quindi, ma questo non cambia mai: stamattina nelle radio della Roma la canzone di Povia viene trasmessa di continuo, e spesso gli ascoltatori intervengono al telefono facendo il verso del piccione, in quelle della Lazio si ribadisce come la Roma “perse il derby dopo la battuta dei gabbiani” e, ovviamente, tutti sperano “che succeda così anche stavolta. Gli starebbe bene”. Sui social, stessa storia: i romanisti pubblicano battute e foto , come ad esempio quella di un pollo arrosto con le patate con sopra lo scudetto della Lazio e la scritta: “Il piccione al forno ha sempre il suo perché”, i laziali replicano col “solito Totti provinciale, da Raccordo anulare”. E così via, almeno fino a che il derby non si giocherà sul campo.