Il giorno dopo è sempre quello delle reazioni, una ufficiale e le altre per la massima parte scomposte. Perché di fronte alle indiscrezioni che in un modo o nell’altro feriscono qualche sensibilità, piuttosto che pensare se c’è qualcosa di meglio da fare per risolvere il problema si preferisce sempre la caccia alle streghe, con accuse reciproche di giocare sporco, caccia alle streghe (anzi, agli spioni), generiche denunce di derive dell’ambiente (romano, ovviamente) e sparate in libertà. Ma se torniamo ai fatti, resta saldo l’orientamento di Francesco Totti di rifiutare l’offerta di Pallotta (confermata) di ampliare le competenze occupandosi a tempo pieno dell’area tecnica dell’As Roma del futuro, al fianco del ds (in pectore) Petrachi.
Ufficialmente Totti non si è sbilanciato quando, dopo una lunga giornata di attese e spasmi, di commenti e prese d’atto, di chiacchiere e veleni, ha deciso alle 17,53 di pubblicare un post attraverso i suoi canali social ufficiali: «In questo momento vengono dette e scritte tante parole, cercando di ipotizzare i miei pensieri e le mie scelte. A breve il mio punto di vista nella giusta sede…». Chiaro il suo riferimento: io risponderò, all’offerta che mi è stata fatta, solo parlando con chi me l’ha rivolta, e quindi il Ceo Fienga su delega del presidente Pallotta.
La risposta, come sanno bene a Trigoria, è orientata verso il no. Ma essendo, per l’appunto, un orientamento e non ancora una risposta ufficiale, c’è sempre la speranza (che è anche la nostra) che Totti ci ripensi, che accetti, o che magari chieda di restare nel ruolo semiperiferico di oggi per non recidere questo cordone ombelicale o che addirittura decida di mollare tutto per un anno per pensare solo a se stesso e alla sua famiglia, senza aver alcun incarico operativo in nessuna direzione. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco