Da una parte il lato fanciullesco che lo lega al pallone come divertimento, passione, vita. Dall’altra la consapevolezza di doversi incamminare, prima o poi, su una via diversa. E quel momento sembra essere davvero arrivato. Al bivio del futuro Totti sta per scegliere la strada nuova, con tutti i timori e le incertezze che accompagnano i cambiamenti. Dopo 25 stagioni da calciatore della Roma sarebbe strano il contrario. «Qualcosa in mente ce l’ho, sto riflettendo tantissimo e – annuncia il capitano al Maurizio Costanzo Show – ho quasi preso una decisione. Ma aspetto maggio-giugno per comunicarla. Magari cambio idea». Non lo dice apertamente, ma il pensiero di appendere gli scarpini al chiodo è maturato nel corso di quest’anno transitorio, dove ha potuto misurare le condizioni del suo fisico tra mal di schiena e quei colpi da maestro che non smetterà mai di fare. Incastrarlo dietro una scrivania non è ciò che vuole («Non mi ci vedo proprio», ammette), ma ha davanti un ventaglio di possibilità niente male: «O sui campi di calcio. O dirigente della Roma con un punto interrogativo. O lasciare il calcio e fare altro. Non mi metterò a fare le assicurazioni, certo. Al massimo il procuratore, se sono fortunato, qualcosina capisco di calcio».
Si ritorna sempre lì. Spalletti ha provato a «rinnovare» Francesco dicendogli che con la firma dell’uno arriverebbe anche quella dell’altro, per continuare ad ossessionarsi insieme: «Ho il rimpianto di non aver vinto la Champions. Non so perché l’allenatore dice così, ma una domanda gliela vorrei fare: che firmo a fare se non gioco? Scherzo, Luciano è fortissimo e spero che resti: conosce l’ambiente, può far vincere la Roma». Anche papà Enzo ci resta male quando lo può ammirare solo in panchina: «Gli dispiace che non mi vede come 5 anni fa e anche a me». Quando Costanzo lo stuzzica e invita Spalletti a farsi un esame di coscienza, Totti non cade nel tranello: «Io non me la prendo, rispetto ogni scelta che fa il tecnico». La storia del «piccolo uomo» rivolto da Ilary a Spalletti e le frecciatine appartengono al passato, lo stesso allenatore ha scelto di tenere i toni bassi quando il numero 10 ha preferito non entrare a gara in corso perché un po’ acciaccato: «È un tasto dolente, preferisco non dire niente». Il capitano tiene invece la bocca cucita sul futuro, con Pallotta non ha avuto modo di parlarne, ma in tv lancia indizi di addio che un anno fa non esistevano: «A fine anno mi scade il contratto e dovrei smettere. Tanto io già so quello che vorrò fare e lo farò». Oggi ha in agenda allenamento in mattinata e amichevole con la Primavera alle 15.30, un domani sempre più prossimo il campo lo vedrà da un’altra prospettiva.