“Vi ringrazio di cuore perché non mi sarei mai aspettato un tributo così importante. Fa piacere perché sono miei colleghi, anche se fanno parte di altri sport. Sono icone mondiali che mi gratificano.”
Gli auguri di Messi? “Non so se riuscirò ad accontentarlo. Lo ringrazio, l’ho conosciuto di persona ed è un fenomeno fuori dal campo, ogni tanto ci messaggiamo. Vuol dire che qualcosa di buono l’ho fatto”
Gli auguri di Del Piero “Il 4-0 se lo ricorda bene. Con lui siamo amici e non c’è mai stata concorrenza. L’obiettivo più importante calcistico lo abbiamo raggiunto (il mondiale ndr). Sono contento di averlo conosciuto come persona”.
Altri hanno smesso, tu come hai fatto? “Ero più giovane. Sinceramente non so darti una risposta precisa. Ho sempre cercato di essere un professionista serio, non ho vizi, cerco di dare il massimo durante gli allenamenti. La voglia e la passione, il divertimento, questo ancora c’è, lo vedo durante la settimana”
Cosa consigli a chi ha 16 anni, l’età in cui hai esordito? “A 16 anni bisogna divertirsi. Esordire a quell’età non è semplice, ma con la voglia e la determinazione si riesca a ottenere quello che ognuno ha dentro di se. La passione ti aiuta a vedere quello che ti può riservare il futuro, così dai il massimo per te stesso e la squadra.”
Momenti difficili? “Sì, soprattutto quando c’era il problema del penultimo contratto. C’è stato un momento in cui ho pensato di cambiare squadra, poi il cuore, gli amici, la famiglia mi hanno fatto cambiare idea e fortunamente sono qui.
Hai fatto gli scongiuri questa mattina? “Sinceramente stamattina, come ho detto ai miei colleghi, volevo staccare il telefono e darmi malato. Pensandoci bene poi era un giorno importante quindi ho voluto tenermi queste cose belle per me.”
Dubbio se fossi andato via da Roma… “So quanto è bella la città e quanto mi vuole bene.”
Quando sei stato vicino ad andar via? “L’anno di Capello, dopo lo scudetto per andare al Real Madrid, ero molto vicino. Quella era la strada dove volevo proseguire la mia carriera, in Italia non sarei mai andato da nessuna parte.”
Perché non sei andato? “Sono cambiate tantissime cose, avevo bisticciato col presidente e lui non voleva, poi la famiglia, gli amici stretti mi hanno fatto capire tante cose che a Madrid non avrei trovato.”
Litigato con allenatori? “Ci stanno, non dico quotidianamente, però finisce tutto li, non ho mai cacciato un allenatore e non ho mai fatto venire un allenatore.”
Chi hai amato di più dei tuoi compagni? “Penso Candela che tuttora frequento.”
Dei nemici? “Tanti. Ho sempre rispettato tutti, sono colleghi, il rispetto viene prima di tutto.”
L’età rende più saggi? “Certo, a 40 anni si pensa globalmente, non solamente al calcio. Ho una bella famiglia, perciò sto al 50%, quando vengo a Trigoria lascio tutto fuori, quando sto a casa lascio il calcio fuori.”
Se dovesse scegliere un giorno di questi 40 anni? “Penso l’esordio in Serie A. Da lì è partito tutto”.