Il preparatore dei portieri Savorani ha rilasciato quest’intervista.
Che cosa ti colpisce di un portiere? “La serenità con cui affronta la gara, si vede già dal volto se è freddo o soffre. Dipende poi dalla personalità che ha, in una partita secca balza all’occhio questo. Il giudizio sul portiere va dato nell’arco di una stagione, deve fare la differenza e garantire punti alla squadra”.
Come è cambiato il ruolo dei portieri e quello dei preparatori? “E’ cambiata la tecnica del portiere, la tecnica è una sola. Si strutturano delle esercitazioni per far fronte al cambio di regole, ma la tecnica rimane immutata, è come un pianista che si esercita giornalmente, il portiere deve fare così per affinare la tecnica”.
Ora si tocca più il pallone coi piedi… “Sì, è più sollecitato rispetto a prima, dipende dall’allenatore quello che richiede. Ora calcia molto di più e si fanno allenamenti dove si riproducono queste cose, quindi va migliorato il gesto del calciare”.
Il calcio deve essere sempre perfetto… “L’aspetto fisico è notevole, si continua a calciare durante la giornata, si allenano più portieri diversi, non è che puoi smettere. Tutti sono uguali ed ognuno deve avere la stessa razione di lavoro. Vengono consumate molte energie nervose. E’ un lavoro che sollecita l’aspetto fisico”.
Il portiere deve essere sereno, questo come si allena? “Quando si interagisce con i portieri in allenamento è fondamentale. La base del lavoro fa alzare l’autostima di un portiere e si aggrapperà a questo nei momenti di difficoltà, che poi si trova nella gara reagendo all’ostacolo”.
Non c’è tanto tempo di pensare… “Viene fatto questo tipo di lavoro, dove il portiere deve trovare la soluzione, poi c’è il talento del ragazzo e qui ce n’è tanto, ma va fatto esprimere al massimo. Ha tante soluzioni perché si fanno in allenamento”.