La legge del cinque ha tradito la Roma, depotenziata da un’involuzione inaspettata dei suoi interpreti. Eusebio Di Francesco ha tenuto fede ai propri princìpi, cambiando quasi mezza squadra tra Barcellona e Fiorentina, ma ha raccolto una batosta pericolosa per morale e classifica. «Me lo dite sempre quando perdo. Quando vinco invece mi ricordate che il turnover è una risorsa».
SINGOLI – In verità il turnover sembra un falso problema, in senso generale. Poche settimane fa tra Shakhtar e Crotone Di Francesco aveva ritoccato la squadra addirittura per sei undicesimi, ottenendo la vittoria dopo un’altra vittoria. Evidentemente l’atteggiamento dei giocatori scelti e l’osmosi tra loro, uniti alle imprecisioni dell’avversario e a un maggiore cinismo, era stato diverso. Sabato invece troppi giocatori sembravano avulsi dal contesto di squadra. Non solo Gonalons e Defrel, i due francesi che non si sono mai integrati completamente nel nuovo mondo, ma anche i cosiddetti senatori: Nainggolan, Strootman, El Shaarawy, gli stessi Florenzi e Kolarov quando sono entrati. Più che il turnover, è stato probabilmente decisivo il pensiero del Barcellona: come ricordo e come spauracchio.
ORGANICO – Restano anche i dubbi sull’organico, chiaro. Non tanto sotto l’aspetto della personalità ma della profondità e dell’omogeneità. Di Francesco ha utilizzato “solo” 21 giocatori come titolari in campionato, più qualche minuto concesso al baby Antonucci e ai ceduti Emerson e Tumminello, ma non ha quasi mai rinunciato ai suoi pilastri. Se non per necessità cliniche, regolamentari o atletiche. Il motivo è logico: certi ruoli non sono coperti perché il terzino destro titolare (Karsdorp) si è infortunato due volte e non ha mai giocato, perché De Rossi non è un regista nel senso che serve a Di Francesco, perché Salah è stato sostituito da un ragazzo di grande talento (Ünder) ma non dall’esterno d’attacco che cercava Monchi (Mahrez), perché Kolarov non ha un’alternativa dopo la cessione di Emerson (Jonathan Silva: zero minuti). Però adesso non c’è tempo né voglia di pensarci a Trigoria. Bisogna arrivare a fine stagione conquistando la Champions League, che potrebbe finalmente liberare la società dal giogo del fair play finanziario.
DUBBIO – In vista di martedì Di Francesco ha recuperato Cengiz Ünder, che ieri si è allenato con il gruppo, ma probabilmente non Perotti. L’intenzione dell’allenatore, che ieri non ha ritenuto opportuno strigliare la squadra ma ha preferito spostare l’attenzione sull’obiettivo Barça, è di non sfiiagurare con l’Olimpico pieno. Però con realismo si rende conto che rimontare l’1-4 del Camp Nou sia inimmaginabile. E’ possibile quindi che Ünder parta dalla panchina, con il derby all’orizzonte. Per come si sono messe le cose la partita che davvero conta per la Roma si gioca domenica. E il campanilismo non c’entra (quasi) niente.