La strana occasione capita nel ruolo più insolito: Juan Jesus torna titolare nella Roma come terzino sinistro, un ruolo finora mai ricoperto nella gestione Di Francesco. Da quella parte, in assenza di Kolarov, hanno giocato Bruno Peres, Emerson Palmieri e, a partita in corso, anche Hector Moreno. Se fosse stato disponibile il terzino arrivato a gennaio, Jonathan Silva, che invece appare lontano dalla migliore condizione, Juan Jesus avrebbe probabilmente giocato lo stesso, facendo riposare un centrale tra Manolas e Fazio in prospettiva dello Shakthar Donetsk. Ma siccome Kolarov è stanco e appannato, a Udine giocherà lui a sinistra. Curiosamente proprio all’Udinese ha segnato il suo unico gol in Serie A, nell’ultima giornata del campionato 2012/13 con la maglia dell’Inter.
RIPETIZIONE – Dovrebbe sentirsi sufficientemente a suo agio, in realtà. Non come nel Roma-Inter della partita d’andata, quando fu costretto a traslocare a destra pagando dazio alla distanza e all’inadeguatezza di un mancino obbligato a difendere con la postura sbagliata. Da terzino sinistro invece ha giocato già 32 partite in carriera, la maggior parte delle quali nella stagione e mezza vissuta con Spalletti. Soprattutto nella difesa a tre e mezzo, in cui scalava sulla fascia a seconda delle necessità e degli equilibri della squadra, Juan Jesus si è sempre messo a disposizione con professionalità. Addirittura ha giocato una delle sue migliori partite con la Roma da esterno mancino del 3-5-2, con licenza di attaccare, giusto un anno fa a San Siro contro l’Inter. Sempre l’Inter, già, che poi è stata la sua prima società italiana.
RENDIMENTO – E così JJ, come tutti lo chiamano a Trigoria, ci riprova. Non ha mai convinto pienamente l’opinione pubblica e anche nell’ultima uscita, contro la Sampdoria, è arrivato distratto sul pallone decisivo convertito in gol da Zapata. Ma a inizio stagione, quando ruotava continuamente con gli altri difensori e anzi sembrava molto in sintonia con il sistema difensivo di Di Francesco, si era meritato gli elogi per una buona continuità di rendimento. Dopo i fischi incassati il primo anno, aveva riscosso consensi dal popolo dell’Olimpico. «Ma i tifosi possono fare quello che vogliono – ha detto lui una volta – io devo pensare al mio lavoro e a conquistarmi il posto in squadra. Conosco le mie qualità e so che potrò sbagliare ancora ma non mi abbatterò. Non è successo all’Inter e non succederà alla Roma».
PAZIENZA – In effetti dopo quella frase, pronunciata a Baku prima della prima partita contro il Qarabag, gli errori non sono mancati. Ma Juan Jesus ha continuato per la sua strada senza lasciarsi condizionare. Il suo approccio agli allenamenti e anche la serenità con la quale ha accettato lo status di terzo difensore sono stati apprezzati da Di Francesco, che sa di poter contare sul suo supporto. Dopo aver duellato con Widmer dell’Udinese andrà di buon grado in panchina a Kharkiv.
FUTURO – Pagato 10 milioni nell’estate 2016, a luglio potrebbe finire di nuovo sul mercato, perché la Roma lo giudica cedibile davanti a offerte “normali”. Ma non è così scontato: un professionista che non rompe le scatole fa sempre comodo agli allenatori. Anche l’anno scorso sembrava un indesiderato, invece ha cominciato il campionato da titolare. A gennaio sono andati via Moreno e Castan, lui è ancora lì. JJ del resto è uno abituato a rincorrere.