Sì, Dzeko non segna da 5 partite. E allora? Non è da questi particolari che si giudica un centravanti. No, va beh, non proprio. Diciamo che a un centravanti come Dzeko fai un torto se gli presenti soltanto il conto dell’inefficienza realizzativa, tanto più dopo una stagione da 39 gol e un inizio di bis da 10 in 10 partite. E non sbaglia Di Francesco a elogiarne il lavoro funzionale al gioco di squadra, perché se da qualche settimana gli esterni offensivi segnano al posto di Dzeko il merito è anche di Dzeko.
PRESENZA – Per spiegare in termini analitici il concetto, facciamo un passo indietro alla partita di Firenze, che la Roma ha vinto grazie ai gol degli esterni: due di Gerson, uno di Perotti. In quei novanta minuti, Dzeko ha creato 5 occasioni da rete. Tanto in prima persona (ricordate la parata sensazionale di Sportiello nel primo tempo?), tanto in funzione degli altri. Compreso l’assist un po’ casuale per il 3-2 di Manolas.
CHELSEA – In più, rivedendo le azioni che hanno consentito alla Roma di segnare, Dzeko c’è sempre. Magari non tocca il pallone ma con i movimenti porta i difensori fuori posizione. In questo lavoro altrettanto importante l’azione emblematica però viene da un’altra partita, e cioè Roma-Chelsea all’Olimpico. Il secondo gol di El Shaarawy nasce da un errore di Rüdiger che, conoscendo il vecchio lupo, si distrae per il terrore di essere sorpreso dall’ex compagno. E nel secondo tempo, prima di servire un assist perfetto a Perotti, Dzeko porta a fare un giro tre difensori tutti insieme, liberando lo spazio per il compagno (che poi sbaglierà il tiro). Quest’azione è diventata virale sui media inglesi, social inclusi, per irridere l’inadeguatezza del sistema difensivo del Chelsea.
PRESSING – E a proposito: sorretto da una condizione fisica eccellente, a dispetto delle tante partite già giocate, Dzeko si sta prodigando in un utilissimo lavoro da guastatore. E’ lui, da centravanti, a chiamare il pressing sul portatore di palla che spesso è il portiere. Quando Dzeko avanza per cercare di mettere in di coltà le fonti di gioco avversarie, la Roma tende a salire in blocco di dieci-venti metri, compresa la linea difensiva che infatti si sta abituando ad addomesticare gli attaccanti altrui con il fuorigioco alto.
INSOSTITUIBILE – Sono queste le ragioni per cui Dzeko è rimasto l’unico calciatore di movimento della rosa che abbia giocato tutte le volte da titolare. Nessun altro attaccante, aspettando Schick, potrebbe abbinare così finemente qualità e quantità a disposizione della squadra. E ora arriva il derby: dopo due settimane senza viaggi in nazionale, allenandosi a Trigoria per superare qualche piccolo acciacco, magari torneranno anche i gol. L’indizio: ieri ne ha fatti 3 in allenamento. Tanto per.