La a Roma nel mirino del Qatar. La Sampdoria oggetto di interesse da di tre fondi internazionali. II Palermo alla ricerca di un nuovo assetto dopo la gestione Zamparini. Il Milan di proprietà di un colosso della finanza mondiale come Elliott, che però per sua natura non è un acquirente finale ma un investitore di medio termine. Mentre in borsa il titolo Juventus si avvicina ai massimi storici (+3,6% a 1,6 euro la chiusura di venerdì 12 aprile), alcune tra le piazze più prestigiose del calcio italiano potrebbero presto cambiare proprietario o quantomeno essere coinvolte in valutazioni in chiave mea.
Le cronache degli ultimi giorni hanno confermato le anticipazioni di MF-Milano Finanza del 4 aprile circa l’interessamento di fondi del Qatar per la Roma, società controllata dall’imprenditore statunitense James Pallotta tramite il veicolo As Roma Spv. Un interessamento dettato dalla volontà dell’Emirato (già proprietario del Paris Saint-Germain tramite la Qsi) di estendere la propria influenza sul calcio mondiale in vista dei Mondiali del 2022 organizzati in casa (in questo senso vantare il brand Roma dopo quello di Parigi sarebbe un fiore all’occhiello notevole) ma anche per le opportunità di business legate al nuovo stadio giallorosso.
Non a caso questo giornale è riuscito ad appurare che un importante studio legale operante a livello internazionale sta valutando già il dossier. Ciò detto, ben difficilmente Pallotta cederà alle eventuali avances qatarine sin tanto che non considererà spenta la speranza di costruire il nuovo stadio. Resta il fatto che, come ha rivelato L’Equipe il principale quotidiano sportivo francese, che il Paese del Golfo sta studiando il dossier proprio tramite la Qsi. Ma per evitare le norme Uefa che vietano la doppia proprietà, utilizzerebbe altri fondi del Paese nel caso l’operazione andasse avanti.
In questo quadro è plausibile che ci voglia qualche tempo per vedere se questo interessamento si tradurrà in qualcosa di concreto. Di certo, più la vicenda stadio andrà per le lunghe, maggiore sarà la pressione su Pallotta. E tanto più lo sarà se la Roma non dovesse centrare la qualificazione alla Champions League, la massima competizione europea che da sola garantisce alle squadre partecipanti almeno 50 milioni di introiti vari.
Più probabile che si chiuda prima la vicenda riguardante la Sampdoria del patron Massimo Ferrero. Nei giorni scorsi, il fondo americano York ha confermato l’interesse per il club blucerchiato tramite il direttore operativo per il Sud Europa Federico Oliva. L’offerta, che prevederebbe l’inserimento in società del totem donano Gianluca Vialli, si aggirerebbe intorno agli 80 milioni, che con i debiti dovrebbe salire a circa 100 milioni. La proposta sarebbe già stata valutata da Mediobanca, l’advisor scelto da Ferrero, e da quanto trapela ci sarebbe stata grande attenzione per quanto riguarda la struttura dell’offerta.
Non è quindi escluso che ci possano essere delle sorprese. Infatti, secondo quanto scritto da Il Secolo XIX, Mediobanca sarebbe anche in attesa di due altre offerte. La prima del fondo inglese Aquilor Utp e la seconda di un comparto dell’Arabia Saudita. Dovessero essere queste le cifre, per Ferrero l’investimento nella Samp si rivelerebbe un affare. L’imprenditore acquistò il club nel 2014 con un’operazione atipica. Nel senso che, come emerse successivamente, il passaggio di proprietà fu pagato dal venditore invece che dall’acquirente, visto che la famiglia Garrone non solo ripulì la Sampdoria dai debiti prima di cederla, azzerando i 22,7 milioni di esposizioni con le banche, ma, attraverso la San Quirico, concesse a Ferrero anche una dote di circa 65 milioni in eredità.
Ferrero, dal canto suo, è stato molto bravo nella gestione visto che, soprattutto grazie alle plusvalenze sui trasferimenti, chiuderà il bilancio 2018 in nero, mettendo così in fila il terzo rendiconto consecutivo in utile. Proprio per questo negli ambienti a cavallo tra il calcio e la finanza c’è chi dice che con questi denari Ferrero potrebbe prima risolvere delle pendenze legato al business dei cinema (Ferrero è proprietario di svariate sale, tra cui il celebre Teatro Adriano di Roma). Per poi ritentare da zero una nuova avventura in un altro club italiano, magari mettendo nel mirino quel Palermo che in settimana, per bocca del direttore Rino Foschi, ha smentito un abboccamento con York.
Un discorso diverso riguarda il Milan. Il club rossonero è ora di proprietà di un colosso della finaroa mondiale come Elliott. Che per sua natura non è però un investitore finale ma lavora per guadagnare con la cessione degli asset acquistati. In teoria, un’offerta congrua sarebbe comunque valutata, anche se da quanto trapela da ambienti legato al club, l’impegno di Elliott nella società ha un orizzonte di medio-lungo periodo e pertanto è difficilmente ipotizzabile un suo disinvestimento a breve.
A meno che non si tratti di offerte monstre. Secondo quanto ha raccontato a MF-Milano Finanza una fonte molto vicina al club rossonero, il fondo Cvc, che per anni ha gestito il circus della Formula 1 a livello globale, avrebbe già bussato alle porte di via Aldo Rossi ma si sarebbe sentito rispondere che il prezzo per l’acquisto sarebbe stato di un miliardo. Così come il management guidato dall’ex numero uno dell’Eni Paolo Scaroni e da Ivan Gazidis avrebbe avuto anche abboccamenti con fondi sauditi finiti in un nulla di fatto.
FONTE: Milano Finanza – L. Mondellini