Giocatore per tutti i gusti. E per tutte le squadre. Questo è diventato Radja Nainggolan, al di là degli stimoli che lo stuzzicano nella vita privata alla ricerca dell’«equilibrio forte» di cui ha parlato Spalletti. Nainggolan non è soltanto uno dei migliori giocatori della Roma ma è ormai, a buon diritto, uno dei migliori centrocampisti d’Europa. Ed è curioso che sia tanto celebrato e apprezzato a livello di club quanto trattato con indifferenza in patria: il ct del Belgio, Martinez, lo ha scartato per scelta tecnica dalle ultime convocazioni mentre il predecessore, Wilmots, ha impiegato tre anni per trovargli un posto, ottenendo in cambio un Europeo di altissimo profilo prima di essere esonerato.
TUTTI LO VOGLIONO – Che sia utilizzato nel nuovo ruolo disegnato per lui da Spalletti, trequartista incursore, o nel tradizionale compito di guerrigliero della mediana, Nainggolan ha raggiunto una continuità di rendimento tale da meritare l’attenzione delle grandi d’Europa. Che infatti sono tornate alla carica, Chelsea in testa, per portarlo via da Trigoria. Prepariamoci a un’estate di offerte e di supposizioni, senza ignorare che la volontà di Nainggolan è stata espressa in maniera chiara: se le condizioni economiche lo consentono, anche in termini di adeguamento contrattuale, l’idea è di restare a Roma, dove anche la moglie Claudia vive felicemente.
COME INSERIRLO – Dove potrebbe giocare Nainggolan senza temere di essere risucchiato da una concorrenza di qualità? Praticamente in ogni club. Pensate al Chelsea, dove Antonio Conte ha costruito un sistema di gioco molto simile a quello di Spalletti. Potrebbe alternarsi con Pedro come trequartista sulla linea del connazionale Hazard, oppure ruotare con i due fantastici mediani, cioè Matic e Kanté. Non sarebbe sempre titolare, forse, perché nessuno lo è in pianta stabile nelle grandi squadre, ma nemmeno resterebbe a lungo a guardare gli altri dalla panchina. Altrimenti non si spiegherebbe l’insistenza di Conte che l’estate scorsa – giurano a Trigoria – aveva stanziato 45 milioni per spostarlo a Londra.
SPAGNA – Importanza simile, se non maggiore, avrebbe nella Liga, se dovesse scegliere il Real Madrid o il Barcellona. Con Zidane, campione d’Europa in carica, sarebbe l’anello mancante della catena perfetta che comprende già Modric e Kroos. Invece a casa di Luis Enrique, che non ha fatto in tempo ad allenarlo a Roma, si ritaglierebbe uno spazio tra i problemi fisici di Iniesta, la fase calante di Rakitic, lo scarso ambientamento di Arda Turan e gli altri centrocampisti che girano nel tradizionale 4-3-3 catalano. Anzi, la sua forza fisica e il suo dinamismo potrebbero aggiungere al Barcellona una serie di qualità di cui nessun altro componente della rosa dispone.
FRA-GER – Volando in Germania, da Carlo Ancelotti che ha riproposto al Bayern l’albero di Natale con il quale aveva vinto nel Milan, Nainggolan potrebbe agire come perfetto omologo dell’ex juventino Vidal, oppure da trequartista dando il cambio a Müller o Thiago Alcantara. E spostandoci in Francia, dove Unai Emery sta ancora cercando l’assetto definitivo per migliorare il Psg, la mediana composta da Thiago Motta e Matuidi non sarebbe per Nainggolan impossibile da scalzare. Così come il giovane Rabiot qualche metro più avanti.
PEP – Per assurdo, qualche difficoltà in più incontrebbe nel Manchester City sbilanciato di Pep Guardiola: il suo 4-1-4-1 prevede un perno molto solido come Yaya Touré e due mezzali d’assalto come De Bruyne e David Silva. Ma con un caterpillar come Nainggolan, persino un fanatico del talento puro come Guardiola sarebbe tentato di cambiare idea.