La forza del gioco e del collettivo per ambire al massimo. Di Francesco alza l’asticella della sua Roma, confortato dalle ultime due vittorie di fila in campionato a cui vuole aggiungere la terza oggi pomeriggio all’Olimpico contro l’Udinese dell’ex Delneri. Le prime della classe sono già staccate ma hanno giocato una partita in più e il tecnico, giustamente, non pone limiti alle ambizioni. «Credo di allenare una squadra forte – racconta Eusebio a Trigoria – che può competere con Juventus e Napoli. Loro hanno dimostrato di avere maggior solidità, data anche dalla continuità di allenatori. Noi abbiamo cambiato tanto, da me in panchina al direttore sportivo, ma sono convinto che piano piano stiamo recuperando terreno, condizione e consapevolezza: era quello che ci mancava sia a livello di squadra che di ambiente. Queste vittorie, senza subire gol, ci devono dare ancora maggior forza. I campionati sono lunghi e sono convinto che anche dopo l’Udinese parleremo di percorso di crescita per raggiungere squadre competitive come quelle di Allegri e Sarri».
Sono i giorni della celebrazione del tecnico napoletano paragonato a Sacchi, dei complimenti a Mertens e Dybala per le rispettive magie, ma Di Francesco guardando in casa sua trova tante carte da mostrare con orgoglio ai rivali. «Anche noi abbiamo calciatori in grado di decidere una partita da un momento all’altro. Dzeko, pur con caratteristiche diverse da Dybala e Mertens, può essere uno di questi se ci mette rabbia e voglia di lavorare per la squadra. Nel costruire la Roma ci siamo basati di più sul collettivo: io preferisco vincere insieme». E lo sta dimostrando nella rotazione continua dei titolari, come farà anche oggi, «così chi sente di avere il posto assicurato – spiega – vedendo le prestazioni degli altri, alza l’attenzione. La squadra è cresciuta moltissimo negli allenamenti».
Sembra passato tanto tempo da quando dopo il capitombolo in amichevole a Vigo ricordava ai suoi che «una partita non si prepara qualche ora prima», invece sono trascorsi appena quaranta giorni. L’aria è cambiata in fretta e, come la schizofrenica Roma è abituata a fare, adesso il rischio è quello di esaltarsi e snobbare di nuovo l’avversario. «Invece l’Udinese – sottolinea Di Francesco – sta raccogliendo meno di quanto seminato. Dobbiamo partire con la stessa forza mostrata con Verona e Benevento». Nainggolan è recuperato, Alisson, Kolarov e Dzeko sono gli unici tre inamovibili, sul resto dei ruoli l’allenatore non dà certezze. A partire dal terzino destro, dove potrebbero giocare sia Bruno Peres che Florenzi aspettando Karsdorp. «Alessandro ha una capacità impressionante di poter agire ovunque. Dentro di me penso a una posizione ideale per lui, ma non lo dico altrimenti potrei sbagliarmi e faccio una figuraccia». Si è convinto che Florenzi è un terzino, però non è escluso che oggi lo utilizzi di nuovo nei tre d’attacco. Ci rimetterebbe ancora il posto Defrel, «che abbiamo preso per fargli fare l’alternativa a Dzeko. Poi l’ho usato a destra, dove si è sacrificato non rendendo per quelle che sono le sue qualità. Piano piano lo riporterò in zona centrale e quando rientrerà Schick farò altre valutazioni. È una Roma ancora in costruzione». Ma mentre fa esperimenti, deve continuare a vincere.