Alla fine cantano i tantissimi tifosi del Benevento, e non quelli della Roma, e si capisce perché. Se a un certo punto Cengiz Ünder non avesse deciso di straripare, chissà come sarebbe andata questa partita. Il 5-2 che riporta Eusebio Di Francesco in linea di galleggiamento con gli obiettivi stagionali, cioè il quarto posto da Champions, non può oscurare la prima avvilente ora di (non) gioco. Gli elementi positivi, oltre a Ünder che ha prodotto giocate decisive come a Verona, sono essenzialmente due: il ritorno dei gol – cinque tutti insieme la Roma non ne segnava dallo scorso maggio – e la capacità di ribaltare un risultato, come mai era capitato in questa stagione.
MODERAZIONE – Il resto racconta una Roma ancora convalescente, nonostante le due vittorie consecuti- ve contro le ultime due della classi ca. Di Francesco ammette: «Questa partita deve valere come punto di partenza. Abbiamo pagato l’inizio a handicap, concedendo troppo al Benevento, e siamo stati poco continui nella manovra, in certi casi lenti e orizzontali. Mi disturba aver subìto due gol. Però abbiamo prodotto tanto in fase offensiva, aver ripreso a segnare è importante per la squadra e per i singoli. Penso a Dzeko e a Defrel». Dzeko in realtà sembrava arrabbiato, anche dopo il gol: «Edin vive per questi momenti. Probabilmente era condizionato dal fatto che non riuscisse a segnare, gli mancava cattiveria, in questo caso ha trovato anche un portiere molto bravo a fermarlo. Ma mi è piaciuta la sua partita, anche in supporto al gioco, ha partecipato. Gli ho messo un attaccante più vicino per facilitarlo, gli attaccanti quando non segnano diventano “lamentini”. E in e etti con il 4-2-3-1, o il 4-2-4, la pericolosità è aumentata».
FENOMENO – Ünder in due partite è passato da oggetto misterioso a idolo dei tifosi: «E’ stato bravo, concreto, sta dimostrando di essere già un calciatore importante per noi, risolutivo, si prende le responsabilità. Un giorno sarà un leader in campo. Sono contento dei suoi progressi e apprezzo che faccia allenamenti supplementari per capire le cose e migliorare. Ma non esageriamo adesso. Prima si diceva non potesse giocare nemmeno nella Primavera, ora lasciamolo tranquillo. E’ venuto da un altro calcio, è giovane, ma rido quando sento che la Roma ha vinto per una giocata individuale. Alle altre squadre non succede?». Nel secondo tempo Di Francesco ha cambiato la linea dei trequartisti: «Ho riportato Perotti nella sua zona, a sinistra,e siamo andati meglio. Siamo riusciti a recuperare ampiezza e profondità». Ora attende Schick: «Presto anche Patrick diventerà fondamentale. Diamogli il tempo di ri- trovare la condizione sica».