C’è una certa categoria di tifosi, tra quelli più risentiti con la società, che non rimproverano solo la mancanza dei successi, perché sanno in fondo che da queste parti si è sempre vinto poco. Semmai sono arrabbiati perché sentono che a volte viene a mancare quel senso di appartenenza che invece ha da sempre caratterizzato la storia di questo club.
«Se devo continuare a perdere – è il senso della loro protesta – preferisco farlo con chi condivide, conosce e interpreta i miei stessi umori, i miei stessi pensieri, la mia stessa fede». Così in campo e fuori vogliono essere rappresentati da chi quei due magnifici colori li porta davvero nel cuore e se poi dovesse portare pure un trofeo tanto meglio.
Ed è per questo che uno come Claudio Ranieri avrà sempre un posto nell’olimpo dei nostri eroi. Perché ogni volta che parla dice qualcosa di (molto) romanista. Dove altro si potrebbe trovare un allenatore, nell’iperprofessionismo cui è giunto questo calcio, che prima ancora di sapere se l’obiettivo che gli è stato chiesto sarebbe stato raggiunto, riesce a dire col sorriso sulle labbra che sarebbe andato lui stesso a prendere il suo successore all’aeroporto, qualora fosse stato uno bravo come Conte? E che ieri, sfumato l’obiettivo principale, conferma che, a prescindere dalle scelte future societarie, lui comunque è stato orgoglioso di aiutare la Roma in questi tre mesi, ma che a fine campionato si farà da parte per liberare la panchina a mister x? (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco