Ieri, a Il Tempo, aveva dichiarato: «La prossima settimana firmerò, ai sensi della vigente normativa sul diritto d’autore, il decreto per l’apposizione del vincolo sull’ippodromo». Oggi, Federica Galloni, alla guida della Direzione Arte e Architettura contemporanee e Periferie Urbane del Ministero dei Beni culturali, prova a smorzare i toni: «Nessuno stop allo stadio della Roma», sostiene. In realtà, lo stop rischia di essere nei fatti. Dice l’architetto Galloni all’AdnKronos: «La decisione è stata dal Comitato tecnico consultivo che è il comitato che lavora con la direzione generale. Il decreto di vincolo emesso è una sorta di atto dovuto, nel momento in cui il comitato tecnico consultivo decide per questa linea, l’emissione del decreto è un atto dovuto, non è una decisione discrezionale. Tanto più che abbiamo una relazione della Soprintendenza che dice che la richiesta fatta dagli eredi soddisfa tutti i requisiti contenuti in una circolare emessa dalla mia direzione generale per rendere le opere suscettibili dell’applicazione del vincolo del diritto d’autore». Aggiunge ancora la Galloni, entrando nel vivo: «Quando il progetto dello stadio sarà completo occorrerà avere un parere degli eredi sulla idoneità della conservazione della pensilina, della parte tutelata».
E qui iniziano i problemi. «Non è che lo stadio della Roma non si farà – dice la Galloni – si farà ma dovrà essere tutelata la pensilina dell’ippodromo. Si stabilirà di concerto con gli eredi, ma non è un’opera che si può demolire». Il progetto, però, prevede la demolizione dell’intera tribuna e la costruzione di una sua porzione, in copia, fatta utilizzando i progetti originali in una zona interna al Parco fluviale. L’architetto Galloni prova ancora a chiarire: «Ciò che hanno gli eredi è un “diritto morale”, quindi non hanno nessuno potere di veto, debbono semplicemente condividere la progettazione». Clara Lafuente, però, è molto chiara: «Disponibili a modifiche ma niente demolizione e niente brutta copia delle tribune». Certo, il Mibact non blocca direttamente lo stadio. Ma, con questo vincolo, rischia semplicemente di rendere non utilizzabile questo progetto, basato sulla demolizione dell’ippodromo.
«Il vincolo del diritto d’autore, che non viene imposto dall’amministrazione, lo si mette solamente su richiesta o dell’autore dell’opera o degli eredi, e quindi non è un vincolo di imperio, come quello tradizionale» spiega ancora la Galloni che aggiunge, spiegando come mai, da Direttore regionale del Lazio del Mibact, firmò i pareri del 2014 che, senza menzionare l’ippodromo, diedero il via libera dei Beni culturali al progetto Stadio: «Ho emesso un parere finale sulla base dei pareri interni emessi dalle soprintendenze, mentre per quanto riguarda il diritto d’autore è un vincolo messo su richiesta degli eredi e su considerazione del comitato tecnico consultivo. Stando alle norme, non potrò fare altro che firmare questo decreto». Infine, la conferma ultima: «Quando verrà emesso il decreto? La prossima settimana, perché dobbiamo verificare la completezza di tutti gli atti».