La Roma resta la più autorevole pretendente al secondo posto, si riporta a quattro punti di vantaggio sul Napoli a cinque giornate dalla fine. Il Pescara saluta la serie A, perché da ieri la retrocessione è matematica. Zeman nella prossima stagione proverà a risalire, ha accettato di guidare una squadra non sua e già affondata per provare a fare un lavoro a lunga scadenza. La Roma ha vinto per 4-1, il punteggio poteva essere anche più rotondo, perché nella ripresa il Pescara si è allungato lasciando campo aperto alla squadra giallorossa, alla sesta vittoria consecutiva in trasferta. In realtà il Pescara ha retto per quasi tutto il primo tempo, ma da quando la Roma è passata in vantaggio non c’è stata più partita. Ieri la squadra di Spalletti, al di là della consistenza tecnica dell’avversario, ha dato la dimostrazione di essere in salute, nella settimana che porta al derby, che precede altri due impegni decisivi contro Milan e Juve.
A SPECCHIO – Con Monchi in tribuna la Roma ha preso subito in mano il pallino del gioco, ma forse con un pizzico di superficialità, convinta che prima o poi il gol sarebbe arrivato. Spalletti si è messo a specchio rispetto al rigoroso 4-3-3 di Zeman. Come previsto, il tecnico toscano ha rinunciato a De Rossi, ancora alle prese con un fastidio alla caviglia e ha riproposto Paredes. Nainggolan ha contribuito a dare densità a centrocampo, dove Coulibaly, il ragazzo venuto con il barcone, classe ‘99, ha cercato di ridurre il raggio d’azione del belga. La Roma ha accettato i ritmi alti imposti dal Pescara, che ha provato a giocarsela alla pari fin quando ha potuto. Per quasi tutto il primo tempo la Roma ha sbagliato tante occasioni, la più favorevole quando Dzeko si è ritrovato a calciare dentro l’area piccola a botta sicura dopo un errore di Bovo, ma Fiorillo è stato pronto a chiudergli lo specchio della porta. Poco dopo Nainggolan ha colpito in pieno la traversa, è stato il diciannovesimo legno in questo campionato. Il risultato di domenica a Reggio Emilia, con il pareggio del Napoli con il Sassuolo, ha imposto alla Roma di provare a conquistare i tre punti dal primo minuto. Il Pescara ha poco da chiedere a questo campionato, Zeman, alla soglia dei settant’anni, sta già progettando con le sue idee la squadra per tornare in serie A nella prossima stagione. Le differenti motivazioni non hanno fatto subito la differenza e Spalletti in panchina si è sgolato per evitare di buttare via un tempo come era accaduto la settimana precedente contro l’Atalanta. Gli attaccanti della Roma sono stati fermati spesso sul filo del fuorigioco, la linea difensiva del Pescara ha funzionato bene e per la prima volta da quando Zeman è tornato è stata molto alta, come ai vecchi tempi. Il Pescara si è difeso ordinatamente, limitando i pericoli per quasi tutto il primo tempo. E con Bahebeck ha avuto un’occasione per mettere paura alla Roma. Gli attaccanti giallorossi hanno continuato a non vedere la porta, fino alla fiammata poco prima del riposo. Negli ultimi due minuti della prima frazione con un uno-due la Roma ha tramortito il Pescara, sfruttando la caratteristica migliore degli abruzzesi. Prima Strootman e poi Nainggolan, come nel derby di andata, hanno messo al sicuro il risultato cogliendo la difesa del Pescara impreparata.
ARRIVEDERCI PESCARA – Nella ripresa Zeman ha chiesto ai suoi di spingersi di più all’attacco e la Roma ha avuto diverse occasioni a campo aperto. Al 3′ è arrivato il terzo gol a firma di Salah e Spalletti si è infuriato quando Dzeko ha sbagliato da posizione favorevole. E quando lo ha sostituito il bosniaco non l’ha presa bene. Al quarto d’ora Salah ha messo a segno la sua doppietta, ancora su assist di El Shaarawy. Nel finale il Pescara ha tirato fuori l’orgoglio ed è andata a segno con Benali, al termine di un’azione tipicamente zemaniana. Poi Biraghi ha colpito il palo su punizione. Arrivederci Pescara, la Roma può sperare ancora.