A Crotone, 13 mesi fa, Diego Perotti aveva deciso che se fosse rimasto Luciano Spalletti sarebbe andato via dalla Roma. O, quantomeno, ci avrebbe provato. Adesso, sempre a Crotone, Diego Perotti va con uno stato d’animo opposto: è un punto fermo della Roma, ha rinnovato il contratto, vuole chiudere la carriera europea in giallorosso. Sogna sempre di tornare in Argentina, al Boca, ma fino al 2021 non ha intenzione di muoversi da Trigoria. E la Roma non ha intenzione di privarsene. Soprattutto adesso, che sta dimostrando di avere un carattere che la frase detta ieri sui social del club sintetizza perfettamente: «Contro lo Shakhtar abbiamo difeso come animali».
OGGI – I suoi recuperi, su tutti uno al limite dell’area in cui è andato a sradicare il pallone dai piedi di un avversario, hanno fatto innamorare l’Olimpico, la foto di Tyson (Mike) che conteneva un messaggio al Taison (calciatore degli ucraini) ha fatto il resto: «In Argentina si dice che non bisogna vendere la pelle dell’animale prima di cacciarlo. Anche se sono uno che vive le partite in maniera calda, sono intelligente a non dire le cose prima della fine. Novanta minuti all’Olimpico sono lunghi». Lunghi, o magari lunghissimi quando le cose non vanno bene. In campionato la Roma ha sofferto in casa, in Champions invece ha fatto delle mura amiche il suo punto di forza. E magari sarà così anche nei quarti: «Cercheremo di vincere, con la Juveoqualsiasi squadra. Quando si arriva a questo momento tutte le squadre sono forti. Sarebbe destino e sarebbe bello incontrare il Siviglia, una squadra dove sono cresciuto».
DOMANI- Prima però c’è il Crotone, ultima partita prima di unirsi all’Argentina con cui sfiderà l’Italia. Farà di tutto per andare al Mondiale, ma è il primo a sapere che, con la concorrenza che ha, se non fa grandi prestazioni con la Roma sarà difficile andare in Russia. E le grandi prestazioni iniziano già da domenica a Crotone, quando dovrebbe far parte del tridente con Dzeko ed El Shaarawy: «Sfruttiamo questo momento per vincere. Ci è già successo di arrivare a un traguardo per poi andare giù. Devo fare il massimo per la Roma, che mi dà da mangiare, poi la nazionale sarà una conseguenza. Certo questa convocazione mi ha aiutato anche in Champions».
IERI – Aiuto è quello che Perotti avrebbe voluto poco più di un anno fa da Spalletti quando, proprio a Crotone, il tecnico gli preferì Salah, appena rientrato dalla Coppa d’Africa, e lo fece entrare nel recupero al posto di Nainggolan. L’argentino, che era stato provato titolare tutta la settimana, non la prese bene, volarono parole grosse e arrivò una frattura quasi insanabile, tanto che da quel momento giocò titolare solo 6 partite su 19 in cui, tra campionato e coppe, era a disposizione. Musini e liti però appartengono al passato: «Adesso mi sento nel momento migliore della carriera». E se pure domenica Di Francesco decidesse di farlo riposare la panchina non sarebbe triste come quella di un anno fa.