L’incipit dell’intervista è esaustivo: «È sulla bocca di tutti ma in pochi lo conoscono bene». Per questo motivo ieri la Roma ha deciso di dar voce a Zaniolo. Sguardo da uomo, sorriso che tradisce ancora un pizzico di timidezza, il papà come punto di riferimento («Da piccolo lo andavo a vedere quando giocava. Anche qui, alla Cisco Roma, mi emozionavo quando segnava un gol»), Nicolò prima ammette il debole per Kakà («È sempre stato il mio idolo») per poi confessare quello che tutti i tifosi giallorossi volevano sentire: «Restare qui per tutta la carriera? Alla fine giocando in squadra con De Rossi e Florenzi, o vedendo a quello che ha fatto Totti, capisci quanto si possa essere attaccati a squadra e tifosi».
Bravo e maturo a dribblare i paragoni con Totti («È davvero una forzatura. Sono onorato anche solo dell’accostamento, ma io ancora non ho fatto niente»), a 19 anni sogna di vincere il Mondiale: «Parlavo con De Rossi delle emozioni vissute e mi è venuta la pelle d’oca. Spero di riuscirci anch’io».
L’OCCASIONE PERSA – La sua vita è cambiata di colpo e con questa le attenzioni nei suoi confronti: «Non mi sento famoso, ma sono sotto gli occhi di tutti, questo sì. Devo essere bravo a gestire tutto questo. Però voglio che si parli molto di più di me e di quello che faccio in campo, rispetto a quello che c’è fuori». Nicolò si riferisce presumibilmente a quanto accaduto nei giorni scorsi con l’intervista alle Iene in tandem con la mamma che tanto ha fatto discutere. Un peccato e un’occasione persa non avergli posto nessuna domanda sul tema.