Ieri, prima mattina. Entravi in un bar e il barista, sorridente, ti diceva, «dotto’ ma l’hai visto Nicolò?». Ti trasferivi all’edicola, il bis, «Nicolò è un fenomeno». Salivi su un taxi e l’autista, «’sto Nicolò mò non ce lo devono vendere, voglio vederlo con la maglia della Roma nel nostro stadio». Già, perché Zaniolo ormai da queste parti è diventato Nicolò, entrando nel cuore di tutta la gente romanista, un figlio, un fratello, un amico acquisito, il ragazzo capace di riaccendere un sogno, il calciatore intorno al quale progettare un grande futuro, il prospetto di un campione che sembra avere una grande fretta di cancellare la parola prospetto.
Del resto c’era da aspettarselo. Inevitabile conseguenza della doppietta in Champions, italiano più giovane ad averla mai segnata, dopo che aveva dato evidenti segnali da campione anche in campionato, una, due, tre, quattro volte. Ma è anche vero che tra le tante cose che si sono dette su questo ragazzo mancino solo di piede, una scelta romana voluta, una casa all’Eur da dove si sposta a Trigoria con la mamma al volante perché non ha ancora la patente, si percepisce inevitabilmente un pizzico, forse pure di più, di preoccupazione. Ovvero: quando lo vendono?
Non è in vendita La domanda ci sta, ma in questo caso c’è pure una risposta: Zaniolo non è in vendita. Almeno per quest’anno, ma a Trigoria ci sono tutte le intenzioni di goderselo perlomeno per qualche stagione, fermo restando che nel calcio del terzo millennio, quello degli emiri e affini, pronosticare il futuro è esercizio di puro ottimismo. Certo c’è un contratto, oggi, a 270.000 euro netti a stagione, che potrebbe rimettere in discussione qualsiasi certezza o volontà. Ma in questo caso il contratto consegna il manico della situazione proprio alla Roma. Perché è un contratto che andrà in scadenza il trenta giugno 2023, altri quattro anni e mezzo, non c’è nessuna clausola a fissare un prezzo di acquisto, tutto cioè è nelle mani della Roma.
Tutto tranquillo, allora? Non proprio. Perché anche a Trigoria sanno bene che le cifre di un accordo fatto a un ragazzo che era appena uscito dalla Primavera dell’Inter (ma ad Appiano Gentile staranno cercando un colpevole?), dovranno inevitabilmente essere ridiscusse. Il primo a saperlo è Monchi che su questo tema, peraltro, preferisce tenere un profilo basso, pur sapendo che prima o dopo la questione dovrà essere affrontata. Si pensava, durante l’ultimo mercato, che le parti si sarebbero incontrate subito dopo la conclusione delle trattative di gennaio, ma le parti, consensualmente, hanno deciso di rinviare a fine stagione, o giù di lì, l’incontro per rideterminare le cifre dello stipendio del ragazzo e, pure, la scadenza del contratto. Su questo punto, la scadenza, Monchi e il nuovo procuratore del giocatore, Claudio Vigorelli, hanno già convenuto che soldi a parte, quando si arriverà alla firma, ci sarà anche un prolungamento di un anno dell’accordo con il giocatore portando la scadenza al trenta giugno 2024.
Su un’altra cosa le parti hanno convenuto. Cioè pure sul prossimo contratto non sarà inserita nessuna clausola, non la vuole la Roma e l’entourage del ragazzo si è trovato d’accordo su questo punto. Che non è di secondaria importanza perché inserendo una clausola, per quanto alta uno la possa immaginare, di fatto si stabilisce una cifra precisa per la cessione.
La volontà di Zaniolo (…)
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