«Lo so, da qui è partito anche il Capitano». Il risveglio di Zaniolo è di nuovo bellissimo, come gli è successo spesso in questa stagione che continua a regalargli un’emozione dietro l’altra. La data non l’ha studiata sugli almanacchi nè tantomeno a scuola, ma a Trigoria: 10 ottobre 1998. L’Italia supera la Svizzera e al 25’ della ripresa, con il numero 17, Zoff fa esordire Totti al posto di Del Piero. A Udine. Stesso teatro, quindi: lo stadio Friuli che oggi è la Dacia Arena. E stesso punteggio della partita di sabato contro la Finlandia: 2-0. E sempre nelle qualificazioni per l’Europeo. «Francesco mi consiglia ogni giorno. Mi dice come devo allenarmi, comportarmi e giocare. Anche in questo è un campione. Mi ripete che devo restare con i piedi per terra:arrivare è un attimo, rimanere a certi livelli è invece durissimo». Nicolò, nell’intervista a Donatella Scarnati per la Domenica Sportiva, racconta la sua notte speciale.
ANNATA MAGICA – «Sono orgoglioso e felicissimo di questo debutto. Mancini, però, si è subito fidato. E io ho cercato di dimostrargli che, chiamandomi prima ancora delmio debutto in serie A, non si era sbagliato» chiarisce Zaniolo . Il ct lo ha voluto a Coverciano il 1° settembre, quasi 7 mesi fa. Sabato è diventato il suo 15° esordiente. Con la Roma, invece, i primi passi in Champions, addirittura al Bernabeu contro il Real. «Indimenticabile, come il gol al Sassuolo, il mio primo in campionato. Ecco perché a Di Francesco devo tanto. Ha sempre creduto in me e mi ha dato molto sia in campo che fuori. Si sa rapportare con le persone. Mi è dispiaciuto che sia andato via: lo considero bravissimo. Ora, però, c’è Ranieri e devo dare il massimo con lui. Che ha esperienza, ha vinto e conosce Roma e la Roma».
NESSUNA TENTAZIONE – «Il mio futuro è in campo, allenamento dopo allenamento». Il mercato non intralcia il percorso di Zaniolo. e nemmeno qualche rumor che lo accosta alla Juventus solo perché sui social finiscono le sue foto con Kean che è il compagno di stanza in Nazionale. «Siamo grandi amici, viviamo insieme ventiquattr’ore su ventiquattro e ci divertiamo. Se postiamo quelle immagini è solo perché condividiamo i nostri momenti più belli. Gli ho detto prima della partita che avrebbe segnato e sono contento che ci sia riuscito. La Juve e il mercato non c’entrano con il nostro rapporto». Nicolò è seguito dal club biaconero e da qualche società straniera di primo piano. «È la ricompensa per tutto quello che sto facendo. Il debutto di Udine è un altro sogno che ho realizzato quest’anno. Ma so bene che non devo montarmi la testa». In tribuna alla Dacia Arena il padre Igor, la madre Francesca e la sorella Benedetta. «La famiglia c’è sempre. Mamma si è messa a piangere, lo fa spesso: è sensibile come me. Anche papà si è commosso. Sono geloso di mamma, come tutti i figli. Ho undici tatuaggi, sulla coscia quello per lei. Con la scritta: nella mia esistenza sei l’essenza».