Il neo allenatore della Roma Femminile, Luca Rossettini, ha rilasciato la sua prima intervista:
Cosa significa per lei arrivare in un club come la Roma? “Per me è sicuramente un onore poter far parte di questa grande famiglia. È un club importante, storico, squadra della capitale. Per me è sicuramente un grande passo sia dal punto di vista personale sia da puntista professionale”.
Sarà la sua prima esperienza da allenatore nel femminile. Cosa l’ha spinta ad avvicinarsi a questo mondo? “Questo mondo mi ha accompagnato fin dagli inizi. Fin dai primi calci in oratorio ho giocato con una ragazza che ha fatto carriera nel femminile. Ha giocato anche in nazionale, poi negli anni successivi ho avuto altri incontri con giocatrici. Soprattutto nell’ultimo periodo l’avvicinamento di Max Canzi alla Juventus e Andrea Soncin alla Guida della Nazionale sono stati due fattori abbastanza importanti. Max è stato un collaboratore di un mio ex allenatore che conosco bene. Con Andrea Soncini ci siamo scontrati nel campionato primavera. Il fatto che loro abbiano fatto questo passaggio mi ha iniziato a spingere a seguire e ad apprezzare questo mondo. Probabilmente il fattore fondamentale è stata la condivisione di valori che ho avuto fin dalle prime chiacchierate con la dirigenza qui. Ci siamo trovati d’accordo e per me è stata una bucata d’aria fresca”.
Cosa pensa di poter dare alla squadra partendo dal suo vissuto da calciatore? C’è qualcosa in particolare che pensa sia fondamentale trasmettere? “Il fatto è che fino a cinque anni fa ancora calcassi i campi mi permette di tenere ben presente quali sono le esigenze di una giocatrice. Quello che può aver bisogno di sentire in campo e questo per certi versi spero mi faciliti il compito. Sicuramente l’esperienza da calciatore mi aiuta a poter provare a trasmettere alle ragazze la cura dei particolari, quelli che possono fare la differenza ad alto livello e che possono cambiare le sorti e le partite. In questo nel lavoro di campo mi piace tantissimo poter comunicare, raccontare aneddoti, particolari o trucchetti del mestiere che possono portare vantaggi nel gioco”.
Qual è la sua idea di gioco e cosa ne pensa della Rosa che si sta allestendo per la nuova squadra? “La Rosa è sicuramente competitiva, ma viene da un percorso importante e di questo io raccolgo una grande eredità. Innanzitutto ringrazio chi mi ha preceduto perché raccolgo un lavoro ben fatto con principi condivisi e questo per me è sicuramente un grande vantaggio. Qualcosa cambierà sicuramente rispetto alla Rosa dell’anno scorso e per cui inizia un lavoro nuovo, perché a volte basta che cambi un giocatore, una giocatrice e il gruppo già cambia e diventa qualcosa di nuovo. Io mi inserirò cercando di valorizzare quello che c’è stato e poi piano piano inserendo i principi che per me sono importanti. La mia idea di un gioco comunque offensivo, mi piacciono le squadre aggressive e per le qualità che abbiamo pretenderò una squadra che cerchi di dominare le partite dall’inizio alla fine, che non vuol dire fare soltanto possesso palla, che ritengo comunque una fase importante perché fa sentire le giocatrici forti in dominio. Ma comunque con lo sguardo rivolto alla porta che diventa l’obiettivo. Il gol è la parte veramente gioiosa del gioco e quindi quello è il nostro obiettivo, fare tanti gol e portare tante giocatrici in fase offensiva”.
Per la Roma in questi anni è stato molto prezioso il supporto del pubblico e il Tre Fontane in particolare è stato un po’ il fortino giallorosso… “Sì, io devo dire che dal punto di vista del tifo ho un ricordo incredibile legato a Roma perché è stata la mia prima panchina in Serie A nel settembre del 2007. Il primo passo che ho fatto dentro uno stadio di Serie A è stato all’Olimpico in una domenica di settembre in cui c’era tutto il popolo giallorosso e cantava l’inno e per me quello è un ricordo veramente indelebile, forse più vivo e più vivido del mio esordio veramente in campo. Quindi questo penso che sia per me, non dico che è chiudere un cerchio, però è un qualcosa di sicuro valore e sinceramente non vedo l’ora di entrare in campo e poter sentire di nuovo i tifosi cantare quella canzone per sospingere le ragazze”.
Cosa si aspetta da questa avventura? “Mi aspetto di non deludere le aspettative che hanno avuti in me la dirigenza, per me mi sono sentito ricercato, ho ricevuto riposte di grande fiducia nei miei confronti e questo per me vuol dire responsabilità, massima professionalità e cercare di ridare indietro quella che è stata la fiducia concessa. Spero e sono convinto anzi di poter dar qualcosa alle ragazze e troverò i modi perché loro si sentano protagoniste tutte le partite, ogni minuto in campo per raggiungere i traguardi che sogniamo tutti”.
FONTE: youtube asroma











