Sassuolo e Napoli, il fratello Fabio e il rapporto coi tifosi, Di Francesco e l’addio al calcio giocato, la Cina e le lacrime dei compagni. Paolo Cannavaro saluta l’Italia e lo fa con una lunga conferenza stampa per ringraziare e rilanciare. «Dobbiamo dire solo grazie a Paolo, ci ha fatto crescere come società», ha esordito l’amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, nel lasciare andare, a malincuore, l’ormai quasi ex difensore centrale. Andrà al Guangzhou, la società dove il fratello Fabio è allenatore, per fare il collaboratore tecnico. Le scarpe da calciatore le appenderà al chiodo dopo Roma-Sassuolo di domani pomeriggio. Poi il volo per passare dalla cittadina emiliana (40 mila abitanti) per Guangzhou (città di 12 milioni e mezzo di persone). Un passo per nulla breve, che Paolo racconta in questa intervista.
Il momento più bello e quello più brutto dei suoi cinque anni a Sassuolo. “Il momento più bello è stato la salvezza del primo anno. Sono arrivato con 17 punti e una situazione molto difficile, salvarci con una giornata di anticipo sembrava quasi impossibile. Quello meno bello ha coinciso con l’eliminazione dall’Europa League: in quella stagione abbiamo avuto troppi infortuni che ci hanno impedito di giocarci al meglio le nostre carte in quella competizione”.
Quale fotografia si porti dietro andando in Cina? “Le lacrime dei miei compagni di squadra, il calcio finisce ma la vita continua. Spero di aver lasciato una cosa ai ragazzi che ho incontrato. Ho sempre avuto la voglia di andare al campo di quando andavo da bambino alla scuola calcio. Non mi ha mai pesato un allenamento, un ritiro precampionato, una trasferta… spero di aver lasciato questo a chi ha avuto il piacere di fare questo viaggio con te”.
Come ha preso il grazie della società neroverde? “Sono felice per le parole spese, in questa società mi sono sentito a casa: questa è davvero una bella famiglia. Non è facile lasciare ma mi è stata data una grande opportunità. Grazie a Squinzi, a Carnevali, al mister, al diesse Angelozzi… mi è stata data la possibilità di andare via e non è semplice a metà stagione. Qui si sente calore tra tutti, c’è un’alchimia fantastica. Lascio davvero casa mia per questa nuova avventura”.
La Cina cosa significa per lei? “Sono stato solo due volte, per tournée estive anni fa. Mi sono preparato nell’ultimo periodo e ora è il caso di dire ‘anno nuovo, vita nuova’. La lingua? Difficile eh… vorrà dire che intanto imparerò l’inglese. Inizierò dal ritiro precampionato e dovrò capire dove sto e cosa c’è da fare. Certo che, appena finito di giocare iniziare da collaboratore dell’allenatore, è un privilegio”.
Per cui deve ringraziare suo fratello Fabio che l’ha voluta con sé. “In questi anni ho visto poco mio fratello, la vita ci ha divisi già da giovanissimi e sono contento di stare con lui, onestamente non vedo l’ora di iniziare questa avventura. Il mio compito sarà quello di assistere Fabio a 360 gradi e anche di allenare la squadra riserve: un lavoro che sarà già da subito una full immersion”.
Dalla Cina come vedrà la lotta per lo scudetto che vede impegnato il ‘suo’ Napoli? “La guarderò da lontano… Ho una sola speranza e non vi dico qual è, perché tanto la conoscete già…”.
Come è stato il suo rapporto coi tifosi a Sassuolo? Molto diverso rispetto a Napoli? “Ho trovato un tifo che mi ha accolto bene a Sassuolo, naturalmente numericamente è impossibile fare paragoni con Napoli. Ma anche qui ho trovato tanto affetto e ho visto piangere diverse persone in questi giorni. Ringrazierò sempre tifosi del Sassuolo per un motivo particolare: hanno accettato il mio filo diretto con Napoli che non potevo staccare. Al San Paolo mi hanno visto sotto la curva e non mi hanno fatto mai pesare questo, hanno sempre rispettato la mia passione per la squadra azzurra”.
Domani, a Roma, sarà l’ultima partita per lei. Contro il suo ex allenatore, Eusebio Di Francesco… “Lo vedrò senz’altro, incontrerò un allenatore che ho stimato tantissimo. E’ ‘colpa’ anche di Di Francesco se mi si è accesa la lampadina per intraprendere questa nuova carriera”.
E il Cannavaro allenatore, chi prenderebbe per sostituire il Cannavaro giocatore? “La società in estate ha scelto Goldaniga che, teoricamente, doveva giocare non in modo continuativo. Ora però sta andando molto bene, quindi darei fiducia a lui”.
Quale è il giocatore più forte con cui ha giocato nei cinque anni a Sassuolo? “Devo mettere in cima a tutti Magnanelli, un esempio e un ragazzo con valori e principi umani oltre che tecnici. Ho conosciuto un capitano che merita l’affetto e la stima di questo ambiente”.
Per finire: ci sarà una partita d’addio al calcio per Paolo Cannavaro? “Non mi piacciono gli addii e l’ultima per me sarà proprio la gara dell’Olimpico. Nello stesso stadio dove ha chiuso Totti… magari mi farò spiegare da lui come si fa”.