Cosa prova a tornare a Roma?
“Stato d’animo di quelli che mi piacciono. Faccio questo lavoro da anni e ho belle sensazioni. Tornare in una città dove ho vissuto per tanti anni, dove ho legami bellissimi, mi fa piacere. Si va a giocarsi la partita con tranquillità”.
Come ha preso le dichiarazioni di Perisic? “Sono dichiarazioni normali. Siamo in un calcio in evoluzione. Io mi fido quando ci parlo direttamente, ma in questo caso non ho neanche bisogno di parlarci perché ha detto cose normali. Per le cose che ci dice quotidianamente secondo me nell’Inter ci sta volentieri ed è contento di far parte di questo club. E’ contento della partecipazione emotiva che c’è in questa squadra”.
E quelle del padre di Lautaro? “Naturalmente quando ci sono delle dichiarazioni si prendono in esame una volta rese pubbliche. Io parlo solo con Lautaro. Ciò che è importante è che lui si renda conto che suo papà facendo queste dichiarazioni attacca l’Inter, non me, e crea dei problemi al calciatore stesso perché danneggia la sua immagine e quello che è il suo rapporto con i compagni. La valutazione da fare è che se vuoi diventare un top player devi gestire te stesso. Devi essere forte innanzitutto, ma poi devi gestire anche chi hai intorno, devi farti sentire. I grandi club a livello europeo spesso stanno attenti a non avere situazioni come questa da gestire. Il ragazzo è un uomo, è forte davvero fuori e dentro al campo. E’ tutto a posto. Io sono abituato, non gli do peso. Però dentro ad un gruppo bisogna parlarne”.
Pensava che il distacco tra Roma ed Inter potesse essere tale? “Abbiamo rivisto la partita e siamo rientrati nella gara con la squadra. Non tanto però, il tempo è poco ed è meglio rituffarsi nella gara con la Roma. La squadra ha disputato una buonissima prestazione, abbiamo preso gol nel momento in cui abbiamo espresso il miglior blocco squadra. Ci eravamo guadagnati anche occasioni importanti. Poi se hai a che fare con uan squadra di campioni come il Tottenham possono sterzare e prendere il vantaggio in qualsiasi momento. E’ tutto sotto controllo però, la squadra ha fatto meglio nel ritorno che in quella di andata per continuità, equilibrio, scelta dei momenti. Voi tentate di metterci pressione, ma noi la pressione ce la cerchiamo da soli perché non ci sentiamo appagati e vogliamo andare sempre più in là. Voi ce lo ricordate e ci tenete svegli, ci fa piacere, ma noi siamo ancora dentro la possibilità di qualificarci in Champions League in un girone tra i più duri. Per ora abbiamo una classifica importante in campionato, però come detto prima non vogliamo accontentarci”.
Cosa pensa della situazione di Nainggolan? “Lui ha avuto questo infortunio durante il ritiro e ha sviluppato complicazioni nel lavoro da fare. Ha avuto poi un paio di ricadute, può succedere ma bisogna trattarla con tranquillità, prendedoci tempistiche più comode per mettere a posto i problemi che ha. Il giocatore in termini di potenzialità è sempre lo stesso. E’ dispiaciuto perché vorrebbe fare di più”.
Teme un pericolo altalenante? “Io dico che la squadra sta facendo quello che deve fare. Siamo dentro a quello che è il più roseo percorso che potevamo immaginare. Se anche lei ci vuole creare delle attenzioni noi siamo pronti a prenderle. Cercheremo di anticipare i rischi che si corrono giocando a calcio. Abbiamo giocato male a Bergamo, per il resto bisogna esser bravi a trovare qualche cavillo per dire qualcosa a questi calciatori. Stanno facendo un lavoro ottimo, sono professionisti veri”.
La Roma ha molte assenze, potrebbe essere una trappola? “Questo discorso piace portarlo avanti a voi. Una squadra come il Tottenham, come la Roma, come l’Inter, come l’Atalanta, hanno a disposizione una rosa che non va in questa direzione. Se poi si vuole mettere pressione… Fino al numero 13 di calciatori a disposizione, sono squadre che non hanno problemi in questo senso. Fino a che si arriva a 14 giocatori hanno possibilità di vincere le partite. La Roma ha una rosa importantissima, come l’Inter e il Tottenham. E’ normale poi scegliere i giocatori, ma se non puoi devi giocare sempre con gli stessi. Ma squadre così hanno giocatori a sufficienza. Ora loro sono in una classifica che non gli da merito per come stanno giocando. L’ho detto prima: se noi siamo quelli che devono vincere per forza ce lo prendiamo volentieri, vuol dire che abbiamo fatto tanta trada. La Roma negli ultimi anni ha fatto seconda, terza, terza, è arrivata quasi in finale di Champions League. Se siamo noi quelli che devono vincere ce lo prendiamo. Eravamo a 30 punti”
Vrsaljko ha recuperato? “E’ a disposizione”.
La partita di domani è decisiva? “Non è decisivo niente. Come detto prima la Roma può inanellare una serie importante e rimettere a posto tante cose. Noi dobbiamo avere il nostro obiettivo comunque, al di là dell’avversario, cioè giocare bene e vincere. Per il momento non ci sono calcoli. Se ce ne fosse una che esce dal giro ce ne sarebbe un’altra che entra. Nel nostro campionato ci sono squadre fortissime”.
Lei ha portato la squadra da un punto ad un altro. Nel suo piano, a che punto del processo evolutivo siamo? “Il punto si sposta sempre. L’obiettivo non sta fermo, va sempre più in là. Non possiamo dire che ora ci siamo, specialmente per una squadra come l’Inter, perché tutte le volte che potremmo stare tranquilli poi in realtà non è così perché l’obiettivo si allontana. I calciatori devono essere sempre in evoluzione e andare sempre più lontano. Come sta facendo l’Inter, con strutture nuove. lo stadio, nuove persone… Il calcio è sempre in evoluzione. Se si riuscisse fare squadra con le persone che lo vivono dall’esterno, il calcio ha delle potenzialità che potrebbero dare opportunità importanti per tutto il paese”.