La vittoria contro la Fiorentina non come punto di arrivo ma di partenza. Per il mister bianconero Andrea Sottil chi pensa al passato è perduto. “Quando si vince attraverso una grande prestazione, con personalità e coraggio, contro una squadra forte come la Fiorentina, c’è un’iniezione di consapevolezza incredibile – spiega l’allenatore – soprattutto in termini di entusiasmo. Questo va usato per preparare la partita contro la Roma. La scorsa vittoria ha fatto ciò nel gruppo, ma dobbiamo essere bravi ad archiviare. L’appagamento è un nemico, è pericoloso. Dobbiamo essere proiettati alla gara contro la Roma e fare una prestazione ancora migliore”.
Sottil prosegue col suo pensiero, “una visione semplice del calcio: si può fare tutto”. Ed è possibile perché, continua, “alleno una squadra con determinate caratteristiche in termini di fisicità, di motore, con predisposizione nell’andare in avanti. Poi posso decidere di essere più alto o di attendere, ma la nostra identità è quella di giocarci le partite, che vuol dire saltare addosso agli avversari e mettere pressione sulla palla. Quando questo succede togli il palleggio che tante squadre hanno, come la Fiorentina che lo scorso anno ha avuto alte percentuali di possesso palla”. La Roma però, riconosce, “è una squadra un po’ diversa. Tuttavia ha nella sua struttura dei giocatori di qualità che amano il fraseggio corto, il giocare l’uno per l’altro, quindi dobbiamo continuare a essere compatti, corti con le distanze e determinati nell’andare a caccia del pallone”.
L’invito di Deulofeu al pubblico nei minuti conclusivi contro la Viola e le grida di gioia del Tucu Pereyra al momento del fischio finale sono frutto di una chiara identità sportiva e umana del mister. “Faccio me stesso, quello che sono. Credo di essere una persona trasparente nei rapporti, pretendo tanto dai miei calciatori perché so che me lo possono dare. E soprattutto mi piace molto l’idea del senso di appartenenza, nel creare una squadra che abbia un concetto di famiglia”, afferma Sottil.
“Questo – chiarisce – non vuol dire che devo uscire per forza a cena con tutti, ma significa coesione calcistica verso l’obiettivo. Quando lavori giorno per giorno negli spogliatoi, durante le analisi, in allenamento, secondo me poi te la porti in campo questa coesione”. Per Sottil “sacrificarsi per il compagno vuol dire questo, che quando lui è in difficoltà io faccio dieci corse per lui e so che lui ne fa venti se sono stanco io. Questo si sta vedendo e secondo me è un’arma vincente. Nella mia esperienza ha sempre fatto la differenza nei gruppi, nel raggiungere o nel non raggiungere un obiettivo”.
L’allenatore si sofferma poi a parlare della fine del mercato. “Finalmente”, esordisce con un sorriso appena accennato. “Chi voleva andar via, giustamente, per trovare più spazio e mettersi in mostra è andato. La mia conoscenza della squadra adesso è molto più approfondita, in termini di caratteristiche fisiche, tecniche, tattiche e di duttilità”. Il gong può essere uno stimolo “anche per i giocatori, dà uno stacco definitivo: sono un giocatore dell’Udinese e penso solo all’Udinese. L’hanno sempre fatto, sia chiaro. Non ho niente da recriminare a nessuno,
Domani alla Dacia Arena sarà sfida contro la Roma, prima con 10 punti in classifica insieme all’Atalanta. I giallorossi sono “una squadra molto forte, che è stata rinforzata con calciatori di alto livello in tutti i reparti e lo sappiamo. Ma è una squadra forte anche la Fiorentina, che ha una rosa atomica e molto competitiva. Nutriamo grande rispetto, però noi siamo in casa e dobbiamo insistere sulla nostra identità, per giocarci la nostra partita – asserisce Sottil – L’abbiamo preparata come sempre, andremo dentro con grande umiltà e consapevoli che ci sarà da performare al 120%. I ragazzi sono pronti, li ho visti molto carichi, concentrati e vogliosi di giocarsela”.
Particolare meticolosità sui gol da palla inattiva, marchio di fabbrica degli avversari. “Sono una squadra molto brava sui piazzati. Bisogna stare molto attenti, andare a fare il lavoro difendente con cattiveria agonistica e ferocia e grande impatto. Sono fisici e lo siamo anche noi, così come siamo pericolosi sui piazzati”, ricorda il bianconero.
Che troverà a sfidarlo sull’altra panchina José Mourinho. “Sfidarlo sarà entusiasmante e stimolante per me – ammette Sottil – Sarò di fronte a un allenatore che ha vinto tutto e sicuramente uno dei migliori al mondo. Mi piace come persona e lo trovo molto schietto, molto umano. Non lo conosco bene, ma da quello che ho visto e sentito mi ha dato questa sensazione”.
Potrebbe trovare spazio dal primo minuto il laterale di destra Kingsley Ehizibue, per il quale il mister spende parole al miele: “È un giocatore pronto fisicamente, lo abbiamo preso già in piena attività. A livello di condizione non ha nessun problema, sto facendo delle valutazioni. Può essere che parta o che, come contro la Fiorentina, decida di attendere che possa consolidare meglio i principi di gioco. È un bel dubbio e va bene così, ci penserò fino all’ultimo”.
Altro interrogativo riguarda il minutaggio di Beto, che sta tornando in condizione: “Un attaccante che fa due gol in due partite manda segnali importanti. Anche lui è un bel dubbio, farò delle riflessioni”. Sottil si sofferma a parlare della condizione di Adam Masina, uscito in barella nella gara contro la Fiorentina. “Mi dispiace molto – è la prima frase dell’allenatore – Ho parlato tanto con lui in questi giorni. L’ho trovato sereno, dispiaciuto come i suoi compagni perché è un ottimo calciatore, un grande ragazzo che si è integrato velocemente fino a diventare una guida nello spogliatoio e in campo”.
L’apporto del difensore si è fatto sentire fin dal primo momento: “È uno di quei ragazzi che sembra siano qua da tantissimi anni. E poi stava facendo delle prestazioni importanti ed era in crescita costante, con il Mondiale alle porte al quale secondo me purtroppo non potrà partecipare”. “Gli faccio un grande in bocca al lupo e gli ho detto di reagire ed essere forte. Sono sicuro che recupererà in fretta”, conclude.
Un altro neoacquisto che ha mostrato la sua personalità è senza dubbio Jaka Bijol, “un ragazzo straordinario, come lo sono tutti. Viene da un altro calcio ma ha grande esperienza, è un giocatore moderno con un gran piede, sta migliorando nei principi difensivi, apprende subito perché è umile e lavora. Sono contento della sua crescita”, dice Sottil.
Il motore in più della sua Udinese sarà la Dacia Arena. “Questo stadio per come è stato fatto porta la gente a una grande vicinanza coi calciatori, con la partita. Dobbiamo aumentare questo entusiasmo, questa coesione, questa empatia offrendo prestazioni da Udinese, giocando con umiltà e cattiveria agonistica ma mostrando anche un buon calcio. La gente bisogna trascinarla per creare, secondo me, un mix che in casa può fare la differenza”. Parola di Sottil.
FONTE: udinese.it