Oggi alle 13.30, dalla “Terrazza Caffarelli” in Campidoglio, il mister Josè Mourinho risponderà, nella conferenza di presentazione, alle domande dei giornalisti. Tuttoasroma seguirà l’evento con diretta TV dal profilo ufficiale facebook della società giallorossa con aggiunta, successivamente, di contributi video:
TIAGO PINTO: “Buongiorno a tutti, il mio italiano non è ancora perfetto ma ci provo. Ecco Mourinho, basta così (ride, ndr).Oggi è un giorno molto felice per noi, è il primo step per un cambiamento di mentalità. Ci aspettiamo cose buone dai prossimi anni. Credo che voi non vi aspettiate una mia introduzione su Mou, perché la sua carriera parla da sola. Ringrazio Dan e Ryan per l’opportunità di portarlo alla Roma, ringrazio Mou per essere qui. Dico ai tifosi che l’energia a Trigoria è stata alta e siamo contrnti di far crescere la Roma con Mourinho”.
MOURINHO: “Prima di tutto voglio e devo ringraziare i tifosi perché la reazione al mio ingaggio è stata eccezionale, ho avuto subito questa sensazione di non aver fatto nulla per questo e mi sono sentito subito in debito perché l’accoglienza è stata emozionante e devo ringraziare i tifosi, poi devo ringraziare la fiducia del club, però il modo in cui i tifosi mi hanno ricevuto a Roma e prima è stato fantastico. Magari arriverà una domanda che arriverà sul perché sono qui?! Perché siamo vicini alla statua di Marco Aurelio e nulla ritorna nel nulla e questo ha un significato ha un significato molto simile a quando ho parlato con Dan e Ryan. Quello che loro voglio per questo club, un progetto molto chiaro, l’eredità e il passato fantastico del club. La parola tempo nel calcio non esiste, in questo caso esiste e lo è in un modo fondamentale perché quello che la società vuole è una situazione sostenibile nel futuro e vogliono fare qualcosa con grande passione. Questa è la ragione principale per cui sono qui. Adesso è tempo di lavora insieme ai miei, però il concetto di miei è cambiato subito quando sono arrivato a Trigoria, i miei sono tutti quelli che vogliono lavorare con me. Non siamo qui per la bellezza della città, non sono qui in vacanza, il simbolo, i colori, il nome, nel mondo si confonde la città col club”.
Disse che in Italia siamo matti perché parliamo tutto il giorno di calcio. Qui ci sono almeno 5 radio che parlano della Roma. Questa pressione è stata decisiva? “Ho dovuto già cambiare telefono 3 volte, perché non so come lo trovate. Scherzi a parte è fantastico, incredibile per qualcuno che ha lavorato già in Italia, quando non sei qui ti manca. C’è un lavoro da fare internamente e noi dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro. Tutti noi all’interno di Trigoria dobbiamo pensare che abbiamo un lavoro da fare”.
Sia lei che Tiago Pinto avete parlato di cambio di mentalità. Credo sia stato chiamato anche per cambiare il dna di Trigoria, mi racconta come proverà a farlo? “La prima cosa che farò è conoscere il gruppo, perché non cambiano delle cose quando non siamo ancora consapevoli di quello che c’è all’interno del gruppo. Ovviamente ci sono principi fondamentali, che non sono negoziabili. Oggi c’è il primo giorno di allenamento e i calciatori devono capire come lavoriamo noi ed è molto semplice: tutto quello che non è al 100% non va bene e parliamo solo dell’allenamento. Tu parli dei giocatori e io invece parlo di tutti quelli all’interno del club, la quarantena mi ha permesso di stare dentro al centro sportivo e parlare con le persone. Ho visto una gioia terribile di tutti di lavorare insieme, di dare tutte le condizioni possibili per lavorare e questo è incredibile”.
Quasi tutti i giorni leggiamo notizie in cui lei chiama dei giocatori. Donnarumma, Ramos, tutti…il suo carisma è importante per attrarre gli altri giocatori? “Non ho parlato con nessuno. Parlo con Tiago, tu puoi pensare che sia vero o meno ma ti dico la verità, non ho parlato con nessuno. Con Tiago, con la proprietà, con persone del club di diverse aree ma con nessun giocatore”.
E’ arrivato in Italia nel 2008. Ora abbiamo perso terreno rispetto alla Premier, alla Liga, alla Bundesliga. Questa può essere la sfida più importante della sua carriera? “In questo senso, la prossima sfida è sempre la più importante della mia carriera. E ovviamente lo è in questo caso. Quando parli del campionato italiano però stiamo parlando come minimo di una nazione almeno finalista degli Europei. E la maggior parte di quei giocatori gioca in Italia, se non è visto dall’estero come un campionato principale la responsabilità è nostra e tutti abbiamo la necessità di fare qualcosa in più. Io lavoro per la Roma ma in maniera indiretta anche per il calcio italiano e se possiamo fare qualcosa in più, dobbiamo farlo”.
Visto che si parla tanto del futuro di Dzeko, lei che ha avuto a che fare con grandi attaccanti, come si pone verso il 9? Tornerebbe lui il capitano? “Ti voglio rispondere alla domanda perché non ti devo dire quello che faccio all’interno del mio club. Se entriamo in questa dinamica, scusa ma sarò antipatico, non condivido quello che faccio all’interno del club. La questione del capitano dovranno saperla prima i giocatori di voi”.
Il suo percorso è stato sempre “Veni, vidi, vici”. Il suo percorso sarà questo? “È un contratto triennale, spetterà alla società decidere il futuro ma in principio sono tre anni. Non possiamo sfuggire al fatto che non si vince da tanto, e che è arrivata a 16 punti dal quarto posto. Sono domande che devo farmi e trovare delle risposte. Il club e la proprietà conoscono le risposte meglio di me, sanno benissimo che c’è tanto lavoro da fare. Vogliamo arrivare a dei titoli. Vincere immediatamente non dico che non succederà mai, ma normalmente non accade”.
Cristante e Spinazzola, che ruolo avranno, specie dopo l’infortunio dell’ultimo? “Prima di tutto siamo tutti noi felici che abbiamo questi giocatori in nazionale. Una nazionale che sta facendo bene e che ha il 50% di tornare a casa da campione d’Europa. Li sento come se fossero miei giocatori anche se non ho lavorato con loro. Cristante dimostra che sia una nazionale di talento, Mancini ha un rispetto grande come giocatore perché in ogni momento di difficoltà Cristante è pronto ad aiutare, lo aspetto a braccia aperte. Spinazzola è incredibile nella sua gioia di vivere, arriva a Trigoria e sembra che non si sia fatto nulla. Non lo avremo per molto tempo ed è dura per noi. Abbiamo un ragazzo giovane come Calafiori che deve lavorare tanto e abbiamo fiducia, però, scusi direttore abbiamo bisogno di un terzino sinistro”.
C’è l’impressione che ci sia un limite nel budget. Può essere un problema? Cosa vi siete detti con Spinazzola? Tiago Pinto: “Mi aspettavo queste domande di mercato, abbiamo fatto un’analisi della squadra, sappiamo tutti di cosa abbiamo bisogno, stiamo lavorando ogni giorno per trovare la soluzione ma l’analisi è stata fatta, sicuramente alla fine del mercato avremo una squadra degna di Mourinho”.
Dopo 11 anni lei torna in Italia, ha avauto tanti problemi, come quello con Palazzi, il segno delle manette, che Mourinho torna in Italia? “Sono solamente l’allenatore della Roma, niente di più. Mi devo concentrare perché ci sarà molto da fare. Io lo sarò per 24 ore, tranne quando devo mangiare e dormire. Io se poi come club possiamo dare di più al calcio italiano, fantastico. Per difendere i miei farò di tutto. Per cercare io dei problemi, ovviamente no. Mi voglio divertire, ci possiamo divertire tutti. Non ho tempo per cercarli io. Per difendere la mia società ed i miei calciatori sono qui”.
Lei diceva di essere ossessionato dalla vittoria. Un trofeo a Roma manca da molto tempo… “Io sono una vittima per quello che ho fatto. Se non vincevo era la fine del mondo per gli altri. Al Manchester ho vinto tre titoli ed è stato un disastro. Quello che per me è fantastico per gli altri è un disastro. In modo pragmatico, abbiamo un solo obiettivo: vincere la prima partita ufficiale. Finita la prima, pensiamo a quella dopo. La prima sarà in Conference League, vogliamo vincere. In modo generale questa società e questa squadra deve essere migliore ogni giorno. A Trigoria la struttura oggi è diversa rispetto al giorno prima. E’ più bella. Ogni giorno è meglio”.
Dicono che lei è arrivato in una fase della sua carriera non più al top. Vuole rispondere? “No. I miei ultimi tre club hanno vinto uno scudetto con il Chelsea, tre coppe con il Manchester United, una finale con il Tottenham. Quello che per me è un disastro, altri non lo hanno mai fatto nella vita. E’ così, è colpa mia”.
Sulla panchina della Roma che rumore sente dei nemici? “Non voglio la Roma di Mourinho, ma dei romanisti. Io non sono nessuno, uno in più insieme a loro del Club e tifosi del mondo. Io sono solamente uno in più. Se vuoi parlare della Juventus di Allegri o degli altri, puoi farlo, La Roma di Mourinho non mi piace”.
La Roma nel 2008 zero titoli. La Roma è già abbastanza forte per vincere? “Non è un’ossessione per me pensare questo. Non possiamo scappare da certe cose però. Quest’anno 29 punti dietro lo scudetto e 16 dopo il quarto posto. Non possiamo scappare da questo. Prima di tutto dobbiamo capire perché, in che modo possiamo fare il progetto. Fino ad arrivare dove vogliamo. Stiamo parlando di tempo. E’ stata una parola chiave quando ci siamo incontrati per la prima volta con la proprietà. Se possiamo accelerare il progetto, meglio. E’ la mia natura e voglio che tutto il club abbia questa mentalità”.
Come può conciliare il tempo e la voglia di vincere? E’ positiva una stagione senza titoli? “Parlate sempre di titoli. Io parlo di tempo, di progetto, di lavoro. Titolo non è una parola, è troppo facile. E’ una promessa troppo facile, la realtà è un’altra cosa. Tu parli di titoli ed io di progetto, di lavoro. I titoli arriveranno. La proprietà capisce perché non vuole un successo isolato. Vogliono arrivare lì e rimanerci. Isolato è più facile. E’ più facile se vinci e poi non hai soldi per gli stipendi. Noi vogliamo essere sostenibili. Lavoriamo che poi arriverà”.
Come ha trovato Zaniolo? E’ pronto a tornare protagonista in quale ruolo? “Dobbiamo capire. Ho una squadra tecnica, che mi piace tanto. Con molto talento e passione. Abbiamo persone che hanno lasciato per lavorare con noi e per noi. Dobbiamo lavorare tanto. Zaniolo è un talento fantastico. Sapevo cos’era successo per gli infortuni, dobbiamo trovare un ruolo nelle dinamiche di gioco. Non solamente per lui, per tutti è necessario l’habitat naturale. E’ importante un’idea di gioco dove il calciatore sia felice”.
Volevo capire qualcosa di più del Mourinho umano. Ha già un’idea tattica per iniziare? “La abbiamo, ma deve essere lavorata ogni giorno e dobbiamo capire come possiamo far esprimere i calciatori al massimo in una situazione di confort. Non voglio che giochino dove non gli piace. Il miglior modo per andare al massimo è quello di metterli nella loro posizione. E’ difficile definire un modulo di gioco. Puoi giocare in un modo quando hai il pallone e in un altro quando non lo hai. Il documentario All or Nothing è reale. Le telecamere erano nascoste, all’inizio ci pensi, dopo non fai altro. Ti stai allenando, hai un microfono, ma per favore non dare idee a Friedkin per un altro documentario”.
Le dispiacerà non incontrare Conte? L’hanno paragonata a lei… “Ci sono allenatori con cui non devi mai fare paragoni. Liedholm e Capello non puoi paragonarli qui. All’Inter nessuno si può paragonare a me e ad Herrera”.
Ronaldo deve preoccuparsi del suo ritorno? “No, perché non gioco difensore centrale. Sono troppo scarso e troppo vecchio”.
Come vede la Roma tra tre anni? “Festeggiando, non so che cosa ma festeggiando”.
Domanda del tifoso: “Lo sai che se si vince qualcosa i nuovi nati del 2022 i nati si chiameranno Josè?” “Giuseppe (ride, ndr)”.
FONTE: Redazione Tuttoasroma – R. Moilinari