“Era il 22 maggio 1980 o giù di lì”, avrebbe detto la voce narrante se fossimo in un episodio di The Goldbergs. Una serie tv americana che ripercorre in maniera verosimile il periodo degli anni ’80 della famiglia del suo ideatore, ovvero il produttore televisivo Adam Goldberg. In realtà era proprio il 22 maggio 1980, quello che diventerà un giorno che cambierà la storia della tecnologia. L’idea originaria venne a Tohru Iwatani, che di professione è autore di videogiochi e lavora alla Namco, software house in grande espansione tanto da aver inglobato da qualche anno la divisione locale della Atari.
Siamo nel Giappone di fine anni ’70, dove ritmi e colpo d’occhio cambiavano drasticamente a seconda del fatto che fossero diurni o notturni. Gli venne durante una cena con degli amici, guardando una pizza a cui mancava una fetta. Il suo team di sviluppo comprendeva otto tecnici, che lavorarono al tutto fino a creare non solo un semplice videogioco, ma addirittura quello che per tantissimo tempo è stato il simbolo universale di identificazione di un videogioco. In Giappone si chiamava Puckman, che letteralmente vuol dire “aprire e chiudere la bocca”.
Negli USA però, e più in generale in ogni paese anglofono, la nomenclatura attuale rappresentava un rischio, in quanto poteva essere facilmente storpiata in un’espressione parecchio irriguardosa. Qui entra in gioco la Midway Games. Nata alla fine degli anni ’50 come fabbrica di giochi d’intrattenimento (principalmente flipper), entrò nel mondo dei videogiochi una quindicina di anni dopo, come società di pubblicazione ma anche di sviluppo. Furono loro, nel 1977, a lanciare la Bally Home Library Computer, meglio conosciuta come Astrocade. Furono ancora loro a cambiare il nome in Pac-man, mettendolo sul mercato quel 22 maggio.
Questo Chievo-Roma non passerà alla storia (o forse si) ma assomiglia parecchio a una partita di Pac-man. Gol, temporali improvvisi, vento freddo, errori difensivi, ampi spazi. Mancava solo la musica di Toshio Kai in sottofondo. Certo, ben diversa dal perfect game che Billy Mitchell, commerciante di salse piccanti di Fort Lauderdale, giocò nel 1999 passando tutti i 256 livelli di difficoltà. Dichiarò di sentirsi come Neil Armstrong quando andò sulla Luna, forse il digiuno di due giorni non aiutava nel momento di fare dichiarazioni.
La vittoria è fondamentale per inquadrare in un certo modo questa stagione. Quella del Genoa contro il Torino, con relativa salvezza matematica dei rossoblù, fa in modo che la partita di domenica diventi ancora più centrale nell’universo giallorosso. E’ la priorità assoluta per quanto arriverà alla fine di una settimana in cui Francesco Totti dovrà dire cosa ci sarà nel suo futuro. Perché fin da quando ero ancora seduto sugli spalti dello stadio Bentegodi, appena dopo aver gustato la soddisfazione per la vittoria, è cominciato l’avvicinamento personale a quella che dovrebbe essere l’ultima partita di chi ha scritto la storia di questa società e contemporaneamente la tua di tifoso.
Altro che Pac-man. Che oltretutto venne definito “troppo carino per avere successo” all’AMOA di Chicago di quello stesso anno, ma smentì tutti nel giro di poche settimane. Nemmeno la CNN ne parlò, ma non perché volesse snobbarlo. Ma per il semplice fatto che la CNN comincerà le proprie trasmissioni solo pochi giorni più tardi. Alle 17:00 (che per gli inglesi è l’ora del thè e per noi è l’ora dei gol) di una domenica di giugno, precisamente il primo giorno di giugno, Ted Turner presenta al mondo la CNN, che sta per Cable News Network. Tramite la tecnologia satellitare, da Atlanta parte il primo canale all news della storia. Infatti dopo il breve discorso inaugurale di Turner, che ancora non si è sposato con Jane Fonda ma sa già come si fanno i soldi, va in onda il primo notiziario.
“Good evening, I’m David Walker”, queste furono le parole usate per l’apertura da parte del giornalista di Sacramento scelto come volto per il canale in coppia con la spalla storica Lois Hart, che tra l’altro è anche sua moglie. Adesso invece la CNN sono quasi 37 anni che diffonde notizie in continuazione. Dato che ancora nessuno può sapere niente, se come regalo per i suoi 37 anni si facesse la notizia dell’ingaggio di uno dei più grandi calciatori della storia mondiale da parte di una squadra di MLS?