Oggi a Soriano nel Cimino è andata in scena la nona edizione del Premio Calabrese. Tra i premiati Guido Fienga, Federico Balzaretti. Il CEO giallorosso è intervenuto, e Daniele De Rossi queste le loro dichiarazioni:
FIENGA Sul passaggio di società “Io credo che sia un passaggio naturale all’interno di uno sviluppo che ha avuto la Roma da quando è stata acquistata da Pallotta, che ha trasformato una realtà più locale in un progetto più internazionale. Oggi il progetto si è consolidato proprio con un passaggio di proprietà con un gruppo che ha un’impronta più industriale e meno finanziaria“.
Sulla nuova proprietà “Bisogna dare tempo ai nuovi proprietari di organizzarsi e di rendersi conto di tutto quanto. L’approccio è quello che state percependo, un approccio di estrema serietà anche nella soluzione di problematiche che ci saranno, senza illudere nessuno, per poi iniziare a progettare con le ambizioni che un club come la Roma deve avere. Sarà la nostra sfida tornare a dare centralità e una prospettiva internazionale a questa città. Da romano vorrei che Roma e la Roma fossero sempre percepite come simbolo positivo dell’Italia”.
Sogna un ritorno di Daniele De Rossi? “Do per scontato la relazione e la passione che De Rossi, Totti e Balzaretti hanno per la Roma. Trovo sia sbagliato continuare però a mettere tutta questa pressione su di loro, dando per definito il loro ritorno. Hanno avviato dei percorsi professionali per cui oggi si stanno specializzando, acquisendo competenze specifiche. Poi ci sarà un momento in cui ritorneranno”.
Quindi al momento lasciamo giocare Dzeko… “Certamente, Edin Dzeko è il capitano della Roma e fin quando lo vorrà rimarrà il capitano di questa squadra”.
Un regalo da Friedkin per questa stagione? “Cerco di aiutare la società nel fare quello che bisogna fare nelle trattative cercando di far quadrare i conti. Ritengo che la Roma abbia già una squadra forte e un allenatore molto bravo. Dobbiamo sistemare alcune aree in cui abbiamo posizioni scoperte e ci concentreremo su quelle. Stiamo facendo il massimo sforzo per mantenere i giocatori che si sono distinti, senza darli via. Quello è il colpo migliore, che ci può essere riconosciuto. Ossia una campagna di mercato che parta dal non scoprire quei ruoli su cui già siamo forti”.
Per molti anni però si è ragionato in maniera più commerciale, vendendo campioni per far cassa… “Speriamo di poter commentare a fine mercato che la politica è totalmente diversa. Ci orientiamo su questo. Di colpi ne abbiamo, se arriverà qualcuno è perché verrà giudicato in grado di portare qualità e valore aggiunto a un progetto che riteniamo già ben impostato”.
Siamo in attesa del caffè tra Totti, Fienga e Friedkin allora “Lo prendiamo sicuro. C’è un rapporto molto bello e sereno con Totti, De Rossi e con tutti. Non c’è motivo di creare contrapposizioni, perché non ci sono”.
#Fienga: “Il miglior colpo per la Roma sarà tenere chi ha fatto bene nella stagione appena conclusa. Vogliamo tenere i migliori”#ASRoma #calciomercato pic.twitter.com/qqboPzv5uj
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DE ROSSI Sul suo futuro
“Sono in attesa di capire quando inizierà corso per allenatore, nel frattempo lavoro con lo staff che ho creato. Cerchiamo di entrare sempre più in sintonia tra di noi, ci confrontiamo e guardiamo tante partite, compatibilmente con le difficoltà attuali legate al Covid”.
Su Pirlo “Da calciatore aveva una visione diversa dagli altri, probabilmente ce l’avrà anche da allenatore. La Juventus ha richieste elevate, ma se c’era una persona giusta per la panchina bianconera si tratta proprio di lui. Ha i giusti attributi, sa prendersi la responsabilità dell’obiettivo di vincere”.
De Rossi un altro predestinato? “Negli anni c’è stata tanta gente che poi non è arrivata, e tanti allenatori a cui non davi una lira che poi hanno fatto bene. Inzaghi ne è un esempio. Io innanzitutto devo prendere il patentino, poi vedremo. Gattuso anche, soprattutto dal punto di vista dello sviluppo del gioco. Insomma, parlare molto prima non ha senso. Di sicuro ho grande voglia e penso di avere anche qualche idea. Prima di tutto però devo prendere il patentino, poi vedremo”.
Sulla possibilità di allenare la Fiorentina… “Spero di avere opportunità importanti, la Fiorentina sarebbe un’opportunità gigante, una piazza dove io andrei a piedi. Ma qualsiasi altra squadra di Serie A sarebbe una partenza con i fiocchi”.
La Roma? “Io ora devo solo pensare a fare questo percorso, diventare allenatore. Poi vedere chi sarà interessato a me. Parlare del nulla non serve, anche perché qui ogni parola mia pesa il doppio, anche fortunatamente aggiungo. Non è corretto parlare ora, anche perché c’è gente che sta lavorando, l’allenatore e una società nuova. Rispetto Fonseca, che mio padre tra l’altro mi dice essere una persona incredibile, squisita”.
Quale errore non dovrà fare Friedkin? “Io devo prendere il patentino da allenatore, quello da dirigente lo lascio a chi vorrà fare quel percorso lì. Non mi sento di dare consigli particolari. Il fatto di tenere tutti quanti piedi per terra come mi sembra di aver capito che voglia fare Friedkin è un bene, alla lunga fare promesse che poi non possono essere mantenute è un errore in una piazza passionale e focosa come Roma. Accendere gli animi subito può essere pericoloso, soprattutto se poi sono cose che non si possono mantenere. Meglio partire più calmi e poi magari stupire tutti”.
Il ritorno di Totti alla Roma? “Dovreste chiederlo a lui. Ci siamo sentiti un paio di giorni fa, ma senza parlare di calcio”.
Dzeko alla Juventus? “Il mercato è una cosa molto estiva, da giornalisti, io penso a fare l’allenatore”.
L’addio al calcio? “Senza campo non è durissima, da quando ho smesso non ho più toccato un pallone. Non mi manca particolarmente il calcio, anche se avrei voluto vivere un po’ di più il Boca. Lì ci ho lasciato un pezzo di cuore, forse perché non ho dato quello che avrei voluto, sento di aver perso quell’anno in più che avrei potuto dedicare a un posto davvero speciale. A Roma, invece, sento di aver dato tutto quello che potevo, nel bene e nel male. Poi alzarti dal letto senza dolori è un regalo che ti sei meritato dopo venti anni”.
Nostalgia della Roma? “La Roma mi manca. Incontro spesso tifosi che mi dicono che gli manco e loro mancano a me. E’ stato un percorso lungo e pieno d’amore, ma l’addio l’ho metabolizzato negli anni. Se mi fossi svegliato il giorno della conferenza senza essere pronto non lo avrei vissuto bene”.
Ti senti di più un vecchio giocatore o un giovane allenatore? “Diciamo che sono un pensionato giovane”.
#DeRossi: “Ci sono tanti allenatori bravi a cui non avrei dato una lira. Ad esempio non pensavo che Simone #Inzaghi potesse diventare così bravo. Lo stesso per #Gattuso” pic.twitter.com/OvfKRRDFAS
— TMW Radio Sport (@TMW_radio) September 7, 2020
#DeRossi: “Ci sono tanti allenatori bravi a cui non avrei dato una lira. Ad esempio non pensavo che Simone #Inzaghi potesse diventare così bravo. Lo stesso per #Gattuso” pic.twitter.com/OvfKRRDFAS
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