“Un giorno risposi al telefono ed era Josè Mourinho che mi disse più o meno ‘Vuoi goderti un po’ di sole o stare sotto la pioggia? Io volevo restare a casa, in Inghilterra, e continuare a giocare in Premier League.”
Le difficoltà con Tuchel al Chelsea… “È stata dura. Allora non lo capivo davvero. Segnavo gol, venivo da una tripletta e, ovviamente, quando arriva un nuovo allenatore le cose cambiano. Penso che fasi come questa debbano succederti per farti capire davvero cosa sia il calcio. Non puoi essere sempre in rialzo. A volte hai bisogno di alcuni bassi e quei bassi mi hanno davvero sollevato e spinto ad essere ancora più affamato. Sono arrivato a un punto in cui dovevo sedermi e parlare da solo con me stesso. Stavo uscendo per allenarmi e lo stavo facendo per me. Stavo per allenarmi per migliorare me stesso perché è facile essere arrabbiato per il posto, essere un cattivo uomo. Per me è stato il contrario. Ho imparato a conoscere me stesso e penso che questo abbia rafforzato la mia mentalità”
Il trasferimento in Italia… “Con Mourinho ho già imparato tanto, più di quanto abbia fatto finora in carriera. L’opzione più semplice sarebbe stata quella di restare e sedersi in panchina al Chelsea. Ho capito che dovevo uscire e mettermi alla prova. Certo, cambiare paese è sempre una cosa coraggiosa da fare. Ma lo consiglierei ai giovani giocatori inglesi. Direi loro di non aver paura. Impari su te stesso. È dura, ma mi ci sto abituando. Sono andato alla Roma ed è ora di farmi vedere di nuovo”.
Il vaccino… “È una scelta personale. Le persone hanno il diritto di fare ciò che vogliono fare con i loro corpi. Per me era una situazione diversa. Sono vaccinato. Questa è una scelta personale. Ho già contratto il virus, sono in Italia e per me è la cosa giusta da fare. Ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole fare e ciò che è personale per loro. Dovrebbero prendere la decisione su ciò che vogliono fare”.
FONTE: theguardian.com