Se quel gol avesse portato una vittoria, Tammy Abraham sarebbe diventato l’incubo di Pioli: all’andata aveva segnato il 2-2 al 93′, mentre sabato aveva sbloccato il risultato al minuti 94. Se si entra nel recupero, se il tempo stringe, Abraham contro il Milan trova sempre il mondo di divertirsi. Ma adesso che ha fatto in un certo senso pace con le porte avversarie e con la Curva Sud, dove ha celebrato a lungo il tiro vincente di sabato, Abraham non può e non deve fermarsi: è ancora in debito con la squadra e con se stesso in termini (8 gol in campionato e 1 in Europa League sono bazzecole per un centravanti del suo livello) e di prestazioni.
Monza, che è vicino a Milano, può essere un posto dove confermare i progressi recenti, che raccontano di due reti consecutive in casa. Il suo problema, nel 2023, è soprattutto quello che succede in trasferta. A Bergamo, con una palla persa in modo imperdonabile vicino all’area di rigore della Roma, aveva creato le premesse per il primo gol dell’Atalanta. E in generale, Abraham non segna lontano dal giardino olimpico addirittura dal 22 gennaio, quando chiuse in contropiede la pratica Spezia. Sono passati oltre tesi mesi da allora.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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