Cercasi Abraham disperatamente. Dov’è finito il centravanti travolgente e spettacolare che con i suoi gol lo scorso anno guidò la Roma alla conquista della Conference League? Si è smarrito nelle aspettative di una squadra più forte, nella pressione per la concorrenza aumentata con l’arrivo di un’altra prima punta come Belotti.
Contro l’Inter era andato in panchina, giovedì Mourinho gli ha ridato fiducia, ma fino a quando è rimasto in campo Tammy non è riuscito a fare un tiro in porta. Prestazione desolante, che ha fatto scattare l’allarme. Il tecnico deve aiutarlo a sbloccarsi, con tutti gli strumenti a sua disposizione. Oggi l’inglese è un giocatore triste e anche i tifosi possono fare la loro parte per fargli ritrovare il sorriso. L’inglese vive con inquietudine questo difficile momento, domani rischia di andare in panchina contro il Lecce.
La Roma in questo avvio di stagione ha già raccolto quattro sconfitte tra campionato ed Europa League. La squadra di Mourinho sta facendo fatica a trovare il proprio equilibrio, anche a causa di errori sia difensivi sia offensivi che hanno fin qui inciso tanto nei risultati fin qui ottenuti. Ecco perché Mourinho ha estremamente bisogno di ritrovare alcuni giocatori che fin qui non hanno ancora brillato, in primis proprio Tammy Abraham.
Il centravanti inglese sta facendo fatica non solo a trovare il gol ma anche a imporsi nella squadra giallorossa, rimanendo ancora un lontano parente del giocatore che la scorsa stagione ha realizzato 27 gol totali facendo scatenare l’invidia dei tifosi del Chelsea, allora furiosi per la sua cessione.
A giugno il club londinese potrebbe riscattarlo pagando 80 milioni e lui non esclude il ritorno in Premier. Dopo la sconfitta interna col Betis Tammy Abraham ha parlato anche del suo futuro in un’intervista: “La mia concentrazione ora è nel fare esattamente ciò che ho fatto qui la scorsa stagione. Sono felice qui, la squadra è forte, il mister anche, così come la città e i tifosi. Sono felice, ma non puoi mai sapere cosa ci riserva il futuro. Solo Dio lo sa“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo / J. Aliprandi