Il cuore c’è, le gambe stanno arrivando, il “killer instinct”, invece, finora fa soffrire di nostalgia. Volendo utilizzare tre istantanee, è questo il momento che Tammy Abraham sta attraversando. Se le cifre stanno inchiodando il centravanti inglese a un rendimento assai inferiore rispetto alla scorsa stagione anche solo parametrata allo stesso numero di partite – come il grafico accanto fa ben comprendere – i tifosi della Roma sono ugualmente autorizzati all’ottimismo, visto che agli attaccanti di razza basta un clic per ritrovare il tempo perduto. Altrimenti, come accade nel calcio, il divorzio è sempre possibile.
Ma la speranza è che stasera contro la Real Sociedad, in una Europa League da vetrina – e a 40 anni dalla nascita di quel “Grazie Roma” di Venditti che si ascolta all’Olimpico dopo ogni vittoria – Abraham ritrovi il vento nelle vele dei giorni migliori.
In ogni caso, anche se le cifre dell’andata segnano un chiaro rallentamento rispetto a un anno fa, il 2023 ha fatto registrare dei segnali di progresso che nessuno sottovaluta, men che meno José Mourinho, che ha voluto la squadra a dormire a Trigoria.
Nella seconda parte della stagione serve la migliore versione di Abraham, altrimenti le strade tra lui e la Roma si potrebbero anche dividere. Con un club che deve fare plusvalenze, non è un mistero che dalla Premier League potrebbero arrivare proposte convenienti, con Everton e Aston Villa in prima fila. Prezzo fissato: 75 milioni. Per ora. Perché se tornasse il vero Abraham tutto potrebbe succedere.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini