Forse è esagerato affermare che la Roma giganteggi. Di sicuro la Roma è più forte dello scorso anno. Più forte fisicamente. L’organico modificato in estate, per scelta e necessità, ha acquistato centimetri e chili, rendendosi più arrogante (aggettivo caro ai dirigenti di Trigoria) sul piano muscolare, oltre che qualitativo. Se ne è accorto Donadoni, dichiarandolo apertamente dopo la sconfitta di qualche settimana fa del suo Bologna all’Olimpico, lo ha constatato la Lazio nel derby: con la Roma, se si tratta di giocare alla guerra, è meglio non dare niente per scontato.
DIFFERENZE – Nei cambi di stagione estivi, la Roma ha guadagnato 43 centimetri e 39 chili in quattro ruoli essenziali per la squadra. Nell’analisi logica dei calciatori, sembra più un organico manciniano che spallettiano. Primo elemento: il centravanti. Dzeko ha preso il posto numericamente di El Shaarawy, anche se lo scorso anno il centravanti non c’era, ed è inutile sottolineare le differenze morfologiche. Una prima punta pesante al posto di una seconda punta leggera. Il secondo cambiamento, che in parte ha facilitato il primo, ha coinvolto il centrocampo: la dolorosa rinuncia a Pjanic è stata compensata dall’insperato recupero di Strootman, che ha aggiunto sostanza e verve agonistica a costo di qualche gemma su punizione in meno. Avendo perso estro in mezzo al campo, Spalletti ha pensato bene di valorizzare Dzeko che ha risposto bene alle sollecitazioni. Il terzo cambio? E’ recentissimo e riguarda la fascia destra difensiva: spostando Rüdiger a destra, al posto dell’infortunato Florenzi o anche di Bruno Peres, Spalletti ha guadagnato molto sotto l’aspetto fisico, rassodando l’intero reparto che alla Lazio, molto temibile davanti, ha concesso pochissimo. E sempre in difesa la perdita di Rüdiger, prestato alla fascia, non ha indebolito il pacchetto dei centrali, dove anzi si è inserito con profitto Federico Fazio che è uno dei calciatori più alti della Serie A.
AIUTO – Naturalmente il calcio non è soltanto uno sport fisico, quindi non contempla il rapporto di causa/effetto tra muscoli e vittorie. Ma una crescita – nel vero senso della parola – della rosa in quest’ottica può garantire una variabile interessante per vincere le partite visto che spesso la Roma, a ragione, è stata rimproverata di essere bella quando tutto funziona ma poco cinica nei momenti di appannamento: se una squadra comanda i duelli in area di rigore, o a centrocampo, si è già assicurata un vantaggio. A patto di progredire nelle percentuali sui cal- ci piazzati, «dove dobbiamo migliorare perché abbiamo gente adatta a farci segnare dei gol. Gli altri spesso sono bravi a sfruttare certe situazioni che nelle partite sono importanti». Sono parole di Spalletti, che già contro il Milan si aspetta indicatori di crescita.