Il messaggio è arrivato forte e chiaro: non a parole, ma con una prestazione da incorniciare, probabilmente la migliore da agosto ad oggi, per prestigio e interventi. Nella Roma, ormai, le gerarchie sono chiare: Szczesny è il portiere del campionato, Alisson quello delle coppe, ma nel Brasile lo sono altrettanto, visto che il romanista è il titolare indiscusso della Seleçao. Indiscutibile, anche, soprattutto dopo che ha contribuito al netto successo della formazione verdeoro contro l’Argentina di Messi: proprio a lui e al laziale Biglia Alisson ha impedito di segnare, con due parate in tuffo che hanno permesso al Brasile di mantenere la porta inviolata.
IN FORMA Il c.t. Tite, che qualcuno in patria descriveva preoccupato qualche mese fa del fatto che Alisson in Italia non giocasse con continuità, a fine partita ha espresso parole al miele sul suo portiere: «Dobbiamo ancora crescere come squadra e soffrire un po’, ma lui sullo 0-0 ha fatto una gran parata». Se Biglia fosse riuscito a segnare magari la partita avrebbe preso un’altra piega, ma il romanista, ovviamente poco contento di giocare solo il giovedì con il club, cerca di sfruttare al massimo qualsiasi occasione. E ci riesce, visto che il dualismo con Szczesny gli garantisce, comunque, una grande competitività in allenamento. In Europa League ha alternato ottime parate ad uscite importanti, con i piedi sta migliorando come pretende Spalletti, e anche quando non è stato perfetto, sui 6 gol incassati in 4 partite non ha colpe particolarmente evidenti.
RECORD Mentre il futuro del suo connazionale Gerson da gennaio è ancora tutto da decidere, a Trigoria chiudono la porta a qualsiasi ipotesi di prestito per quanto lo riguarda: Alisson resterà con Spalletti fino a maggio poi, a meno di clamorose novità, Szczesny tornerà all’Arsenal e lui sarà il titolare, forse con Skorupski come vice. Intanto, per addolcire un po’ le panchine della Serie A, è in arrivo un’altra soddisfazione con il Brasile: se il 16 novembre contro il Perù scenderà in campo arriverà alla quindicesima presenza consecutiva con la nazionale e potrà superare in questa particolare striscia gente del calibro di Marcos e Dida. Un traguardo importante, considerando che ha soltanto 24 anni, computi ad ottobre, e un futuro ancora tutto da scrivere. Nel Brasile, ovviamente, ma anche nella Roma. Ben contenta di averlo visto all’opera così sicuro di sé contro mostri sacri come Higuain, Messi e Di Maria.