Stasera Nicolò Zaniolo tornerà a indossare la maglia da titolare. E lo farà in una posizione inedita, è vero, quella di seconda punta al fianco di Tammy Abraham, ma che paradossalmente potrebbe anche aiutarlo a sbloccarsi psicologicamente. Insomma, lo Zorya potrebbe essere un crocevia importante non solo per la Roma, ma anche per lo stesso Zaniolo. «Per noi è come una finale – ha detto ieri Mourinho – Se vinciamo siamo qualificati, se perdiamo siamo fuori». Mou vuole che Nico dia di più, perché sa che quel di più fa parte del suo dna, che Zaniolo ce l’ha nelle corde (e nei piedi). Per tre mesi gli ha dato fiducia incondizionata, anche per aiutarlo a recuperare dalle «cicatrici emozionali», come ha detto spesso il tecnico portoghese, riferendosi anche ai due drammatici infortuni ai legamenti delle ginocchia che ha dovuto affrontare l’attaccante giallorosso.
Adesso, però, vuole che cambi marcia e per stimolarlo nel modo migliore gli ha «regalato» anche le due panchine, complice pure il cambio del modulo che è andato inevitabilmente a penalizzarlo. E oggi, di conseguenza, Mourinho si aspetta una risposta importante. Pure d’orgoglio se serve, magari anche indispettita per le due panchine, perché poi il calcio è pieno di queste storie. Quel che conta è il risultato finale, anche se a parole ieri il portoghese ha detto il contrario e cioè di non aspettarsi nulla di particolare: «Da Nico non mi aspetto nulla di particolare a livello individuale, ma solo che faccia una prestazione da giocatore di squadra. Per come l’ho visto festeggiare a Marassi per la vittoria è come se domenica scorsa avesse giocato 90 minuti. E a Genova gliel’ho anche detto»
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese