Sostenibilità è una parola che va di moda. Un po’ come chilometro zero che poi proprio zero non è mai. Già, c’è chi si riempie la bocca nel nome della sostenibilità mettendo a punto borracce (fake) eco e chi invece ci ragiona a 360° con l’ambizione di diventare un modello in Europa e nel circuito della Uefa: ecco allora il progetto che ha presentato la Roma.
“Lo sport è un’incredibile piattaforma per ispirare il cambiamento e una grande opportunità per creare un impatto positivo, per le nostre comunità e il nostro pianeta”, le parole del presidente Dan Friedkin che fanno da prefazione dalla mastodontica strategia di sostenibilità a lungo termine, di fatto già iniziata e finalizzata al 2030.
Infatti, “la Roma è il primo club che ha scelto di collaborare ufficialmente con la Uefa per costruire la strategia di sostenibilità calcistica 2030 Strength through Unity”. Più nel dettaglio: “Un filo conduttore dello sviluppo di questa strategia è stata la stretta e continuativa collaborazione con i tifosi della Roma. Oltre 27.000 romanisti hanno condiviso le proprie opinioni, spiegando in che modo la sostenibilità debba essere integrata nei programmi del club, e queste risposte hanno supportato l’ufficializzazione dei tre pilastri fondamentali della strategia: la comunità, l’ambiente e la generazione futura”.
La Roma si è già distinta con delle iniziative fuori dal campo speciali. Tra le tante va sottolineato che sono stati 14 i bambini ritrovati grazie alla campagna Missing Children, lanciata ogni volta che veniva ufficializzato un colpo di mercato. E poi ci sono “Amami e Basta” che ha lo scopo di contrastare la violenza contro le donne (aiutate oltre 1000 persone), “Unstoppable – Superiamo gli Ostacoli“, un’iniziativa per supportare i tifosi con disabilità, e “Outraged”, una campagna contro la discriminazione.
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia